Tempo di Pug: la Sala delle Vedute all'incrocio di idee e suggestioni per la Carpi del futuro

E' tempo di Piano urbanistico generale (Pug), a Carpi, il nuovo nome del Piano regolatore in gestazione all'Ufficio di Piano dell'Unione Terre d'Argine. Sarà anche per questo che si moltiplicano iniziative, per lo più partite dalle Facoltà di Architettura più vicine, destinate a fornire stimoli ai progettisti, chiamati a delineare la città dei prossimi dieci anni. Domani 14 luglio, alle 14,30, in Sala delle Vedute, a Palazzo Pio, verranno presentati i progetti usciti dal workshop condotto da allievi della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano (Polo territoriale di Mantova) con gli studenti del liceo Manfredo Fanti sulla progettazione di una città sostenibile. “ReActive strategies 2021. Costruire città sostenibili, è ora di agire” è il titolo scelto per l'iniziativa che vedrà la partecipazione dell'assessore all'Urbanistica Riccardo Righi, di Alda Barbi, preside del liceo scientifico, di alcuni dei docenti che hanno seguito i ragazzi e degli alunni del Politecnico che hanno eseguito i progetti. Parteciperanno anche rappresentanti di Carpi 2030 e Isabella Colarusso, presidente di Carpi Urban Center, mentre l'architetto carpigiano Stefania Campioli fa parte del gruppo dei curatori scientifici del workshop.

 

Ieri pomeriggio, invece, in piazzale Re Astolfo, preceduto da un dibattito con Dario Costi e Andrea Zamboni, docenti di Composizione architettonica e urbana, è stato presentato al pubblico il lavoro, coordinato dai dottorandi Andrea Fantoni ed Emanuele Ortolan, eseguito da alcuni studenti dell'Università di Parma, allievi dei docenti citati, che hanno dato seguito a un progetto annunciato un anno fa. E' stato scelto il nome di "Oltreferrovia” per queste che vengono definite "esperienze didattiche verso un Progetto urbano strategico condiviso per una città verde, accessibile e accogliente”. E il tema è stato preso dall'area al centro della loro attenzione per sperimentare la loro idea di possibili forme di una ricucitura del tessuto urbano di Carpi attraverso interventi sui cosiddetti "luoghi interrotti della città”. Ce ne sono molti, di questi luoghi, in particolare intorno alla linea ferroviaria, per i quali i plastici degli studenti – che nelle immagini abbiamo cercato di comporre insieme alla città reale ripresa dall'alto – propongono soluzioni. Fu lo stesso professor Costi, nella teleconferenza del luglio 2020 che aveva visto la partecipazione, fra gli altri, di Sindaco, assessore Righi, Presidente della Fondazione e Presidente della Consulta per l'Ambiente, a preannunciare l'intenzione di mettere al lavoro i ragazzi proprio sulla trasformazione del tratto urbano della linea ferroviaria da barriera in cerniera, da ostacolo a opportunità. E così il plastico riproduce – evidenziate in grigio nel contesto bianco della città esistente – le idee messe in campo. Partendo da sud, lungo una pista ciclopedonale che unirebbe le vie Due Ponti e Tre Ponti hanno ideato una possibile intersezione fra il capannone ex dogana e l'area delle Ferrovie Creative (per la quale le proprietà stanno studiando un piano particolareggiato che potrebbe giovarsi di queste indicazioni). Si arriva poi al complesso dell'ex Consorzio agrario, per il quale si ipotizza la destinazione a tecnopolo, con il sottopasso che lo renderebbe raggiungibile dal piazzale della stazione e avvicinerebbe alla città anche il complesso universitario che gli studenti di Parma hanno collocato a sud della via Corbolani, anziché a nord, come sarà nella realtà, a confermare la natura puramente ideativa del loro lavoro. Procedendo verso nord, la soluzione del passaggio a livello di via Roosevelt è quella già nei pensieri dell'Amministrazione comunale e delle Ferrovie: un sottopasso tra le vie Tre Ponti e Manzoni e la definitiva chiusura di via Roosevelt. Quasi di fronte a questo cronico snodo della viabilità cittadina, per l'area della ex Cantina gli studenti dell'Università di Parma hanno ideato una compresenza di funzioni residenziali e direzionali e di un grande parcheggio sotterraneo, mentre appena a nord del passaggio a livello, in un triangolo tuttora libero da edificazioni, il progetto è quello di edifici a vocazione pubblica con una originale proiezione architettonica verso la ferrovia. 

 

E' evidente che si tratta di idee di carta, come la materia di cui è fatto il plastico e che il confronto con la realtà comporta inevitabilmente mediazioni e compromessi. Ma le due iniziative si incrociano nella Sala delle Vedute, a palazzo Pio. E questo è un luogo benaugurante, perché le visioni prendano piede e si trasformino in progetti concreti, sempre che i tanti che sono al lavoro di questi tempi fra pianificatori pubblici e progettisti privati abbiano voglia di vedere e raccogliere gli stimoli offerti.