San Nicolò riaprirà ufficialmente venerdì 1 novembre. Accordo Curia-Comune per la gestione del tempio e dell'annesso convento

In programma visite guidate e un concerto di Carlo Guaitoli

A seguito dei lavori di restauro post terremoto del 2012, venerdì 1 novembre apre alla cittadinanza il Tempio di San Nicolò. Ne dà notizia il Comune, proprietario dell'immobile del quale ha curato i lavori di restauro.  Il programma della giornata prevede la riapertura delle porte della chiesa alle ore 9,30 alla presenza delle autorità civili e religiose. A seguire, sono organizzate visite guidate gratuite su prenotazione alle ore 11 e a mezzogiorno. Alle ore 15,30 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Erio Castellucci, Vescovo di Carpi e Arcivescovo di Modena-Nonantola, per la riapertura del tempio e la ripresa della liturgie parrocchiali. La giornata inaugurale si conclude alle ore 21 con un concerto di pianoforte del maestro Carlo Guaitoli intitolato “Passaggi di tempo”, con ingresso gratuito su prenotazione. Nella giornata di sabato 2 novembre, si terranno visite guidate gratuite dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Sarà possibile prenotare le visite guidate e il concerto con posti limitati a partire da domenica 27 ottobre. segue

L'accenno alla ripresa delle liturgie parrocchiali lascerebbe intendere che tra il Comune propritario del Tempio e dell'annesso convento, e la curia carpigiana sia intervenuto un accordo per la gestione del complesso monumentale che, durante la lunga parentesi dell'inagibilità e poi del restauro, ha perduto il suo naturale presdidio religioso, vale a dire i frati Minori Osservanti il cui ordine vi si era insediato cinque secoli fa. Dopo qualche tensione, l'accordo raggiunto tra le parti prevederebbe, stando ad alcune indiscrezioni, uno scambio per cui nel convento si insedierebbero i sacerdoti, per lo più africani, che ora sono ospitati nella casa famiglia all'angolo tra le vie Catellani e San Bernardino. Sempre a loro andrebbe la conduzione del culto nella chiesa che resterebbe parrocchia, assorbendo anche quella di San Francesco. La casa lasciata libera dai religiosi verrebbe concessa in uso al Comune che l'adibirebbe a primo rifugio per famiglie prive di un tetto.