Lavori per la Cispadana entro il 2021? L'assessore Corsini fa solo propaganda, accusa il Coordinamento dei contrari all'opera

Non ci credono e tengono a farlo sapere, quelli del “Coordinamento del No alla Cispadana autostrada e Sì alla strada a scorrimento veloce”, all'annuncio dell'assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, che entro quest'anno apriranno i cantieri dell'arteria, In un comunicato, allineano quella di Corsini alle dichiarazioni in tal senso enunciate in passato dai suoi predecessori e la definiscono “...una scorrettezza politico istituzionale, perché fatta senza alcun elemento che possa rendere credibile una tale affermazione”. L'Assessore vien di fatto accusato di fare “pura e semplice propaganda politica per tentare di rassicurare una base elettorale ormai stanca di promesse mai mantenute e una classe politica e imprenditoriale che ha dato fiducia nel tempo per la realizzazione di un’opera  che tutti sanno fuori dai parametri europei per quanto riguarda i trasporti del futuro, e ora anche dal Recovery plan recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri”. Ma su che cosa si basa tanta sicurezza del Coordinamento che quella di Corsini sia solo propaganda politica?

 

Il comunicato non entra nel merito dello stato dell'arte, tornando a criticare l'opera con gli argomenti noti: inutilità per i territori attraversati; costi esorbitanti a carico della collettività anziché del concessionario; impatto ambientale grave in una Regione già sotto schiaffo della Unione europea per la pessima qualità dell'aria; "ossessione” di Bonaccini per dar corso a un'opera sulla quale ha messo la faccia.

 

Solo alla fine la nota accenna allo stato della Autobrennero spa, principale azionista della Arc (Autostrada regionale Cispadana) che potrebbe essere costretta a una gara europea per la concessione della A22, la sua principale risorsa, scaduta dal 2014 e sempre prorogata, se non riuscirà a liquidare i privati che ora ne detengono una quota. Né si fa cenno alla decisione del Governo di far rientrare questo indennizzo – per altro perimetrato dalla Corte dei Conti in un tetto lontano dalle richieste dei privati – nel decreto Ristori 4.