Là dove sorge il sole, il sogno della nuova Carpi

Non c’è verso: l’immaginazione, la visione o semplicemente l’esercizio della lungimiranza sembrano non interessare più di tanto il civico consesso di palazzo Scacchetti. Lo si è visto la sera del 30 luglio, ultima seduta consiliare prima della pausa estiva, qualche vuoto nella diretta streaming prodotto da vacanze in corso, compensato da collegamenti da località di villeggiatura, come nel caso del Sindaco e del neo assessore Andrea Artioli. Un’ora di dibattito, trascinato un po’ stancamente, per approvare l’atto di indirizzo con il quale il Comune fa proprio il piano poliennale degli investimenti della Fondazione Cassa Risparmio Carpi: venticinque milioni in tre anni, prelevati dal patrimonio e investiti per patrimonializzare ulteriormente palazzo Brusati, ma diretti a dotare la città di strutture importanti, per non dire fondamentali. Un palazzetto dello sport, il parco di Santa Croce aperto a usi plurimi e, soprattutto, l’acquisto dell’ex Consorzio agrario che, oltre a ospitare un polo di alta formazione, tecnologia e ricerca, diventerà la chiave per impostare tutto l’Oltreferrovia. È qui, a Est, sul polo della stazione ferroviaria, che dovrebbe svilupparsi, secondo le intenzioni comunicate più volte dal Sindaco, un’altra Carpi, quella della conoscenza e del buon vivere a bilanciare quella dell’Ovest, imperniata sul casello autostradale, della produzione e del commercio. L’area di un altro Rinascimento, insomma, per riferirsi all’epoca storica in cui il rovesciamento del castello verso i borghi decretò l’avvio della storia urbana di Carpi.