Dalle transenne di questi giorni a una cancellata artistica: recintare stabilmente i giardini del Teatro e di San Nicolò?

Vedere completamente transennati i Giardini pubblici del Teatro, provvedimento adottato in questi giorni per il cedimento di un albero secolare e le verifiche in atto sugli altri, induce a rilanciare una proposta di qualche anno fa. La proposta è quella di recintare invece stabilmente non solo questi, ma anche i Giardini antistanti il tempio di San Nicolò, con una cancellata ovviamente progettata secondo criteri rispettosi dell'estetica, così come si vede in tante città europee per le aree verdi incastonate nel tessuto dei centri storici. segue

 

La recinzione consentirebbe un'apertura al pubblico dall'alba al tramonto e la protezione notturna dai bivacchi, dal degrado e dai vandalismi: una considerazione, questa, valida soprattutto per i Giardini di San Nicolò, per i quali non c'è mai stata una recinzione, a differenza dei Giardini pubblici del Teatro, dove invece è esistita fino alla metà circa degli anni Cinquanta. E che si potrebbe estendere anche al Cortile delle Stele, meta di notte di frequentazioni poco rispettose del luogo. Qualcuno potrebbe obiettare, proprio com'è avvenuto in passato, che si tratterebbe di una forma di urbanistica difensiva e della proibizione, la stessa che indurrebbe a eliminare, per esempio, le panchine in centro e nei parchi. Ma non è proprio così. E' una misura di arredo urbano che altrove è sempre esistita, anche quando le città erano più tranquille, mentre è indubbio che ora si caricherebbe anche della funzione di tutelare delicati spazi pubblici. Non è necessario costruirci su un'ideologia repressiva, anche se a molti non dispiacerebbe, e il dibattito è aperto. (nella foto, i giardini pubblici a Milano e l'attuale transennatura di quelli del Teatro, a Carpi)