Via Barozzi e la mancanza di aree verdi: un problema generale della seconda periferia

«Buon pomeriggio, sono Chiara Stermieri cittadina carpigiana da sempre, ora mamma di Nicolò che ha quasi 8 mesi. Abitiamo in via Barozzi (zona Stadio/Carabinieri) e purtroppo in questa area manca davvero un bel parchetto con giostrine, come luogo di gioco ed aggregazione di bimbi mamme nonni e comunità. Segnalo questo punto con la speranza che si possa far qualcosa, per il parchetto delle Giotto, o simile. Grazie per l’attenzione». Così ci scrive una lettrice che ringraziamo perché tocca un problema dalle vaste implicazioni urbanistiche. Quanta parte della periferia di Carpi è interessata al problema da lei segnalato? Praticamente tutta quella sorta negli anni fra i Sessanta e i Settanta: vie lunghissime e strette, con affacciate palazzine o villette con quei quattro metri quadrati di verde che davano a molti l'illusione di esseri portati in città un po' di campagna, senza un centro che ordinasse lo spazio urbano e file interminabili di cancellate a difendere uno spazio privato a tutto detrimento di quello pubblico che fa la qualità degli insediamenti. Ci stanno, in queste considerazioni, i quartieri dei "navigatori e dei poeti” tra viale Ugo da Carpi e la Bollitora, quelli asfittici a ridosso di via Roosevelt, molta parte del primo "villaggio artigiano” con le vie delle città (via Torino, via Palermo, via Firenze, eccetera). 

Che cosa è accaduto, di conseguenza? Che la pianifcazione urbana, dapprima del tutto immemore di questi problemi, ha cercato poco a poco di rimediare, sia sfruttando i lotti scolastici e gli immediati dintorni (è il caso di via Giotto) per dare respiro a quartieri super edificati, oppure dando origine a parchi – come quello della ex area Crotti, per restare in zona –, ottenuti grazie alle cessioni per imponenti operazioni immobiliari dentro il tessuto urbano (è il caso migliore di urbanistica contrattata) o infine cercando sfoghi e spazi irrimediabilmente a ridosso dei quartieri vecchi, in molti casi al confine tra città costruita e campagna e specie nei quartieri di nuova edificazione. Il guaio è fatto, e si è accumulato nei decenni sotto la spinta di una imperiosa richiesta di costruzioni. Ora, visto che il verde non si può inserire in spazi così fittamente costruiti, resta solo la possibilità di “avvicinarlo” – in questo caso a via Barozzi, ma la regola vale per tutte le situazioni analoghe – sia psicologicamente che fisicamente attraverso percorsi ciclopedonali, magari quelli sì ariosi e attraenti, sfruttando l'infinita sequenza di marciapiedi inutili oggi esistenti, per cui una mamma con un bambino di otto mesi vi si possa inoltrare in sicurezza e traendone anche il piacere di una camminata.