Calcio

Sorzi, un carpigiano di nascita a guardia dei pali del Carpi: ''Soddisfatto del mio avvio, ma dobbiamo lavorare per limitare gli errori''

Il portiere biancorosso fra i grandi protagonisti dell'inizio di stagione

Matteo Sorzi a Carpi c’è nato ma poi, fino all’estate scorsa, la sua strada non si è più incrociata con la città dei Pio. Cresciuto anche calcisticamente nella sua San Martino in Rio, il giovane portiere biancorosso ha ritrovato la sua città natale con l’ingaggio da parte dell’Ac Carpi, con il presidente Lazzaretti, il ds Bernardi e mister Serpini che l’hanno voluto a difesa della porta dopo averlo conosciuto a Correggio. E il giovane che si ispira a Neuer e Sommer ci ha messo poco a confermare la bontà della scelta, rendendosi protagonista di un avvio di campionato da applausi che lo ha proiettato anche in vetta al nostro Premio Cucconi dopo il 2-2 con l’Ascoli e prima della beffa di Pescara.

 

Matteo, a Pescara sei caduto su due gol casuali, nelle uniche occasioni che il Carpi ha concesso agli abruzzesi.

«Sono partite che possono accadere, dispiace perdere così ma l’importante è imparare dove migliorare. Meritavamo sicuramente qualcosa di più, ma pensiamo già alla prossima partita».

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Prima di Pescara, l’avvio di campionato ha però messo in vetrina un Sorzi in grande spolvero, protagonista di grandi parate e sempre puntuale e coraggioso nelle uscite.

«Sì sono soddisfatto del mio inizio di campionato, poi per come sono fatto mi piace guardare dove posso migliorare. Non sono e non mi sento arrivato, quello che deve fare un portiere è farsi trovare pronto in ogni situazione e al momento penso di averlo fatto. Spero di continuare così».

 

Nelle prime sette sei il portiere che ha fatto più uscite con esito positivo del girone B.

«Non sapevo di questa statistica e mi fa molto piacere. Le uscite sono un fondamentale che mi viene piuttosto spontaneo. Tra l’altro la mia carriera col mister Serpini a Correggio è iniziata con un errore proprio in uscita, e da lì ho iniziato a lavorare anche su questo, perchè non essendo troppo alto devo compensare con esplosività e agilità. Uscire mi viene naturale, lo reputo un punto di forza e devo sfruttarlo per aiutare la squadra».

 

Nonostante le ottime prestazioni della squadra, nelle ultime tre giornate avete incassato 6 gol, quasi tutti su disattenzioni e per qualche leggerezza più che per prodezze degli avversari.

«La Serie C è questa, chi sbaglia meno e sta più attento porta a casa il risultato. Dobbiamo lavorare per essere più cinici e più attenti per limitare al massimo questi errori».

 

Sei nato a Carpi ma prima di oggi non avevi mai più avuto a che fare con la tua città natale.

«Sono nato a Carpi ma vivo da sempre a San Martino in Rio, dove ho iniziato a giocare nella Sammartinese da centrocampista fino ai 10-12 anni quando mi hanno spostato in porta e subito non mi piaceva. Poi qualcosa è scattato e la Reggiana mi ha fatto fare un provino, è andato bene e ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Reggio fino al fallimento della vecchia società. Quindi ho incontrato Serpini a Correggio in Eccellenza nel mio primo anno tra i grandi, poi ho fatto Pianese e Lentigione in D e quindi l’ultimo biennio a Fiorenzuola in C».

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Carpi è quindi la prima grande piazza della tua carriera: come la stai vivendo?

«Sono sempre stato abituato a ricevere solo le offese dei tifosi avversari alle mie spalle, stavolta grazie ai nostri tifosi non è così. Quest’estate c’erano anche altre squadre su di me, ma quando ho avuto l’opportunità di venire a Carpi non ho esitato».

 

Finora la squadra ha incassato più complimenti che punti.

«Dispiace non raccogliere quello che stiamo seminando ma ci deve dare forza perchè abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela con tutti. Dobbiamo continuare a fare il nostro gioco come stiamo facendo perchè sono convinto che ci toglieremo soddisfazioni».

 

Smaltito il ciclo terribile delle prime sette giornate, finalmente il calendario vi mette di fronte ad avversari più alla portata che condividono con voi l’obiettivo salvezza, a partire dalla sfida di sabato col Pontedera.

«Ogni partita è diversa e può cambiare da un momento all’altro, l’importante è non staccare mai la spina e continuare a lavorare come stiamo facendo».