Sanità modenese: la previsione 2024 è di un deficit di 125 milioni. Risorse pubbliche drenate e costi in aumento

Il bilancio approvato ieri dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria

Non è un quadro confortante, quello della sanità modenese uscito dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) che ieri , con il neo Sindaco di Modena Massimo Mezzetti subentrato alla presidenza di Gian Carlo Muzzarelli, ha approvato all'unanimità – con l'astensione dei Sindaci di Mirandola, San Felice e Cavezzo – il bilancio di previsione di Ausl Modena  e dell'Azienda Ospedaliero Universitaria. Insieme sommano 125 milioni di perdite stimate nell'anno di riferimento, 82,5 per l'Azienda Usl e 42,7 per l'Aou: un “buco” sì, come titolano oggi i quotidiani, ma largamente prevedibile. Basti infatti pensare che a tutt'oggi non si è pervenuti, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad un’intesa in merito al riparto delle disponibilità finanziarie complessive per l’anno 2024. La Regione Emilia-Romagna, poi, non ha ancora definito le ulteriori manovre di sostegno alle Aziende sanitarie e le risorse a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario, che sono attualmente ancora allocate a livello regionale in attesa di essere successivamente ripartite ed assegnate nel corso dell’esercizio. Di fatto, spiega una nota ufficiale, “...l’incremento dei costi che si prevede di sostenere continua a non essere compensato da un analogo incremento del finanziamento a livello nazionale”. E' inutile mostrarsi sorpresi: il Sistema sanitario, pur avendo ovviamente ricavi, vive di finanza derivata (leggi finanziamenti statali e regionali) e se questi non arrivano, le perdite si accumulano. segue

Che cosa ha inciso su quello che è stato anche un oggettivo aumento di costi? La nota uscita dalla Ctss li spiega come effetto di un sensibile impatto dei rinnovi contrattuali 2022-2024 che gravano interamente sul livello di finanziamento del Ssn (diversamente da quanto accade per le altre amministrazioni pubbliche), dei notevoli incrementi attesi per la maggior spesa farmaceutica dovuto all’aumento dei consumi soprattutto dei farmaci per la cura delle patologie croniche ed oncoematologiche e malattie rare e dall’entrata in vigore del nuovo sistema di remunerazione delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati dal Ssn; nonché per il permanere di rilevanti costi energetici ed inflattivi che non sono ancora rientrati ai livelli degli anni precedenti alla guerra in Ucraina e che producono ricadute significative sui costi tecnico-logistici e manutentivi. Da qui la definizione di "deficit naturale”  assegnata al disavanzo, considerato in linea “...con quanto già concordato dalle Aziende sanitarie con la Regione nei periodici incontri di monitoraggio” Si tratta dunque di un potenziale disavanzo, peraltro in calo rispetto allo scorso anno, visto che, come ha sottolineato anche l’Assessore regionale alla sanità Raffaele Donini nei giorni scorsi, dovranno ancora essere distribuiti oltre 400 milioni di euro di risorse straordinarie per la premialità del fondo Nazionale Sanitario, il payback farmaceutico 2023 ed i 225 milioni di euro nelle disponibilità della Gestione Sanitaria Accentrata della Regione Emilia-Romagna.

In particolare, per l'Azienda Ospedaliero Universitaria, il direttore generale Claudio Vagnini ha commentato: “Si tratta di una situazione non difficile da immaginare in quanto dall'epoca Covid abbiamo assistito a una serie di costi incrementali che non hanno previsto nessun tipo di copertura. Siamo pronti ad aumentare l'attività per oltre 200mila prestazioni, di cui una buona parte di visite specialistiche, senza però avere garanzie di copertura e in una condizione finanziaria difficile in cui non è possibile assumere e reperire il personale è complesso”. Quanto all'Azienda Usl, la direttrice Anna Maria Petrini ha osservato: “L’anno 2024 continua a presentarsi comunque critico, sia in ragione degli incrementi di spesa che dell’esigenza di sostenere adeguati standard di personale nei servizi sanitari, in particolare a seguito dell’avvio di nuove attività, in un contesto di carenza di professionisti medici in alcune discipline ma anche nell’ambito delle professioni sanitarie – dichiara la DG Ausl Anna Maria Petrini –. Il panorama nazionale e regionale è contrassegnato dalla limitazione delle risorse disponibili, anche in relazione alla situazione economico-finanziaria del paese e al livello di finanziamento del Ssn che nel tempo ha registrato un progressivo ridimensionamento in rapporto agli incrementi dei costi generatisi anche dall’andamento inflattivo. Le Aziende si impegnano comunque a portare avanti tutte le attività sanitarie e le progettualità in corso per rispondere al meglio ai bisogni della popolazione secondo una logica di prossimità ed equità, a favorire l’innovazione del sistema sanitario, importante per la sopravvivenza dello stesso, e a monitorare con molta attenzione gli obiettivi economici assegnati dalla Regione. L’auspicio è che a questo impegno di tutti i nostri professionisti possa corrispondere in tempi brevi un adeguato livello di finanziamento da parte dello Stato, per garantire la continuità del nostro prezioso sistema sanitario pubblico”. Prima della votazione il neo presidente Massimo Mezzetti, associandosi alle preoccupazioni dei Sindaci intervenuti precedentemente, ha colto l’invito a richiedere pubblicamente come Ctss un adeguato livello di finanziamento per la sanità da parte del Governo. Si è inoltre impegnato ad accogliere questo invito attraverso un comunicato che, a conclusione della Ctss stessa, manifesti la preoccupazione dei Sindaci affinché i territori abbiano sufficienti risorse per consentire la programmazione sanitaria e il mantenimento dei servizi. “Tutti i sindaci, di qualunque colore politico, devono impegnarsi per questo obiettivo – ha concluso – perché i cittadini sul territorio chiedono una sanità pubblica efficiente e che risponda alle loro esigenze”.