In campo a tutela di pazienti e famigliari: chi sono e che cosa fanno i volontari dell'ufficio DDM (Difensore Diritti del Malato)

C'è una legge, la 241 del 1990 che, nel regolare la normativa in materia di procedimenti amministrativi, stabilisce che le pubbliche amministrazioni sono tenute al risarcimento del danno ingiusto “...cagionato in conseguenza dell'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento”. Non potrebbe rientrare nella categoria del "danno ingiusto” quello derivante dalla mancata risposta di richiesta di ottenere una visita specialistica dal Servizio Sanitario Nazionale nei tempi concordati tra le Regioni e lo Stato nel Piano Nazionale per le liste d’attesa o quantomeno di ottenere il rimborso del costo sostenuto rivolgendosi a uno specialista di libera professione? Questi e altri consigli si possono ricevere all'ufficio Difensore Diritti del Malato (DDM odv) che si trova al piano terra del Ramazzini. Ma non è il caso di farsi trarre in inganno: l'associazione di volontariato in questione, nata nel 1992 come Tribunale dei Diritti del malato e che fa parte del Comitato Consultivo Misto, solo in seguito a sfortunati e malaugurati casi di terapie non conformi ed errori diagnostici nell’assistenza sanitaria si trova a fornire supporti di natura legale per richiedere almeno un risarcimento. segue

«In una sanità come quella emiliano-romagnola che tutto sommato funziona, ci troviamo per lo più ad affrontare inappropriatezze, noncuranze del sistema o problemi di incomprensione – spiega Ruggero Giullari, il presidente –. Il nostro compito, sulla base del protocollo sottoscritto con il locale Distretto Sanitario dell'Ausl, è in primo luogo quello di accompagnare il cittadino in tutte le azioni necessarie per ottenere risposte, spiegazioni o giustificazioni dal personale sanitario. Le segnalazioni sono anche una forma di collaborazione con la Dirigenza delle strutture sanitarie poiché forniscono un ulteriore stimolo a risolvere le criticità esposte e migliorare il sistema. Ascoltare è, comunque, la nostra principale funzione, perché solo con l'ascolto si possono affrontare i problemi che il più delle volte consistono in denunce di atteggiamenti maleducati lesivi della dignità del malato che deve sempre essere considerato nella sua pienezza di persona da parte del personale medico o infermieristico: e questo vale sia per i pazienti che per i loro famigliari. Occorre comunque capire se ci si trovi di fronte a motivazioni fondate che meritino di procedere con reclami ed esposti. Infatti, potrebbe verificarsi che alla base di una determinata rimostranza ci sia un eccesso di aspettativa: molti infatti si sono convinti che il diritto alla cura significhi automaticamente guarigione, quando è noto che la medicina non è una scienza esatta e il nesso tra la terapia e la riconquista della salute non è così meccanico». Se dunque viene accertato che un caso non si risolve con il semplice ascolto del cittadino, con la solidarietà e il conforto, allora l'azione del Difensore dei Diritti del Malato prende la via dell'esposto ufficiale: «Aiutiamo l'interessato a redigere una traccia dell'accaduto –­ riprende Giullari – sulla base della quale parte su nostra carta intestata l'esposto alla Direzione del Distretto o della Direzione Sanitaria e, nel caso, agli uffici legali delle varie Ausl, poiché possono esserci lamentele da indirizzare alle Ausl di altre province». Quando poi si chieda a Giullari e al Vice presidente Alfonso Fornasari quali siano i settori dai quali provengono le maggiori lagnanze da parte degli utenti, non hanno alcun dubbio: «E' senz'altro il Pronto Soccorso il punto più caldo – rispondono –. Tant'è che un recente decreto legislativo è intervenuto per tutelare il personale e colpire gli intemperanti anche in non flagranza di reato. Ma non basta inasprire le pene – sottolineano –. Oltre alle ben note misure organizzative e di investimento che servono a monte, è necessario riuscire a incanalare la rabbia e contenere le impazienze. Questo è il compito che ci siamo assunti e, infatti, per conoscere più da vicino la realtà del reparto, un nostro volontario ha anche partecipato al progetto "Spezza l'attesa” al Pronto Soccorso, purtroppo poi bloccato dalla pandemia».  

 

Tutto quello che può contribuire facilitare il rapporto tra il sistema sanitario e l'utente, è dunque il campo d'azione del Difensore dei Diritti del malato, non limitandosi a redigere reclami o raccogliere sfoghi. Nell'ufficio, aperto dalle 9 alle 11 dal martedì al venerdì, si alternano i volontari che si occupano anche di fornire informazioni, di aiutare il cittadino ad attivare il fascicolo sanitario, di segnalare gli uffici che rilasciano l’autorizzazione per i posteggi per gli invalidi, di seguire il paziente nelle dimissioni protette o per ottenere ausili e affrontare le differenti problematiche che si presentano. Compiti che l’attuale numero di volontari è in grado di svolgere: come in molte altre associazioni e circoli, tittavia, «...troviamo difficoltà a far fronte all’ineludibile ricambio generazionale – aggiunge Fornasari –. Speriamo quindi che una migliore conoscenza della nostra associazione ci aiuti a trovare persone che abbiano la volontà e l’attitudine per affiancarci a svolgere il nostro mandato nel prossimo futuro». «Umanizzare il rapporto con il sistema sanitario e ospedaliero: è questa la missione che ci siamo assegnati e che vorremmo fosse conosciuta da tutti coloro che possiamo aiutare» conclude Giullari. (nella foto, da sinistra, Alfonso Fornasari, Gloria Govi, Alberto Spaggiari e Ruggero Giullari)