Le Segreterie Regionali di Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna e dei rispettivi sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Ulp hanno concluso un accordo con la Regione per risolvere il problema determinato dagli aumenti delle rette a carico degli utenti dei servizi socio sanitari residenziali accreditati, decisi recentemente unilateralmente dalla Regione e trasfusi in una delibera che aveva sollevato preoccupazione e polemiche. "E’ stato raggiunto un obiettivo fondamentale di equità sociale - afferma una nota sottoscritta dalla triplice sindacale regionale -, da sempre rivendicato dalle organizzazioni sindacali, per una retta regionale graduata tramite l’applicazione dell’Isee. Ciò avverrà a partire da gennaio 2025, grazie all’introduzione dell’Isee applicato in maniera lineare a livello regionale in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo sistema di accreditamento, sul quale il confronto tra assessorato e organizzazioni sindacali sta proseguendo in modo proficuo, con orientamenti condivisi finalizzati al miglioramento della qualità dei servizi e del lavoro. E’ stata accolta la richiesta di attutire l’impatto sociale delle nuove rette già a partire dal 2024, con un intervento del Fondo sociale regionale, che in occasione del prossimo assestamento del bilancio verrà incrementato di 10 milioni di euro, destinati ai Comuni per ridurre l’importo delle rette a carico degli utenti con condizioni economiche medio basse".
Le modalità tecniche saranno definite da un gruppo di lavoro che vedrà la partecipazione della Regione, dei Comuni e delle Organizzazioni Sindacali regionali. "L’incremento del Fondo sociale, pari a circa il 40% del valore globale degli aumenti deliberati - assicurano i sindacati -, garantisce che un’ampia platea di utenti possa beneficiare di uno sgravio significativo. Con la decisione di adottare per il futuro l’Isee applicato in maniera lineare per la definizione delle rette regionali, si fa un altro passo in avanti nel contrasto alle disuguaglianze territoriali nell’accesso ai diritti sociali universali. Si tratta di risultati importanti, frutto della mobilitazione sindacale avviata nei territori e della pressione esercitata sull’opinione pubblica, sulle forze politiche e sui livelli istituzionali comunali e distrettuali, facendo maturare consenso attorno alle proposte delle Organizzazioni Sindacali". In conseguenza dell'accordo raggiunto le Organizzazioni Sindacali hanno deciso di revocare le iniziative di mobilitazione che erano state programmate, compresa la manifestazione già convocata davanti alla Regione per il 13 febbraio.
"Resta condivisa - dicono tuttavia Cgil, Cisl e Uil - la preoccupazione per la grave carenza di finanziamenti nazionali a sostegno delle politiche sociali, della non autosufficienza e della sanità pubblica, che ha condizionato anche questa vicenda e che continua a rappresentare una pesante ipoteca per il futuro del sistema sociosanitario della Regione Emilia Romagna, impegnato in uno sforzo di innovazione che salvaguardi quelle caratteristiche che l’hanno reso un punto di riferimento nel panorama nazionale per quantità e qualità dei servizi pubblici erogati".
(Foto di repertorio)