Occorre affrontare con i lavoratori le modifiche in atto del sistema sanitario, afferma la Cgil

Emergenza-Urgenza: il sindacato intende aprire un dibattito sulla riorganizzazione dei servizi

Il Sistema Emergenza Territoriale dell’Ausl di Modena è nel mirino del sindacato. Messo a dura prova in questi giorni estivi, il Servizio e soprattutto i lavoratori della sanità pubblica coinvolti, sono alle prese con un picco di chiamate, quasi fisiologico in questi periodi, ma che devono gestire con mezzi ridotti e quindi con un numero di interventi più elevato a carico di ogni singolo equipaggio. E' quanto denuncia la Cgil Funzione pubblica che propone di aprire un dibattito sul presente e sul furuto di questo servizio pubblico. “Con l’inizio della riorganizzazione del servizio, infatti - dichiara infatti Giulia Casamassima responsabile della sanità per la Fp Cgil - la città di Modena ha perso un mezzo importante a leadership infermieristica, che supportava il sistema complessivo e che avrebbe permesso una gestione meglio distribuita delle uscite evitando di utilizzare sul capoluogo i mezzi destinati alla copertura dei comuni limitrofi”,

“Ad oggi – spiega la sindacalista - abbiamo un sistema che ha registrato progressivamente una riduzione della gestione pubblica di questi servizi, confermando di fatto una gestione diretta solo per il 40 per cento del complessivo. E’ davvero questo il sistema che vogliamo per il futuro? Non sarebbe meglio interrogarsi di come arginare le storture che si possono creare in un sistema che perde progressivamente la gestione diretta di questi servizi?”. Secondo il sindacato ci sarebbe la possibilità di investire sugli autisti soccorritori dell’Ausl di Modena, creando equipaggi con mezzi di soccorso base e con la certezza di avere personale regolamentato e retribuito come da contratto collettivo nazionale, a tutela degli operatori e dell’utenza.

La Fp Cgil di Modena chiede quindi di aprire una seria discussione sulla riorganizzazione di questi servizi "per analizzare tutti gli aspetti che oggi non sono presi in considerazione: l'Area Nord ha bisogno da anni della presenza di un auto medica, l'avvento dei Cau ha modificato la dinamica dei flussi di chiamate e i servizi sul territorio, le postazioni del Servizio Emergenza Territoriale devono essere confortevoli per gli operatori oltre che strategicamente dislocate sul territorio, i mezzi devono essere periodicamente sostituiti, la formazione deve essere continua. Inoltre riteniamo necessario - conclude il sindacato Cgil Fp - che la prossima riorganizzazione tecnologica legata ai numeri 112 e 116117 debba essere condivisa con i lavoratori, parte attiva e competente della materia che certamente potranno contribuire a che questo passaggio epocale possa essere più efficace e capillare”.