Mattia Franzoni: un microchip nella mano per sbloccare tutte le password

Semplificarsi la vita con il digitale incorporato

L’adesione al transumanesimo diretto a migliorare l’esistenza facendosi un po’ cyborg

Un chip che semplifica la vita funzionando da carta di credito, da chiave elettronica personalizzata per le porte di casa e ufficio, da documento di identità. Una volta impiantato sottocute è tutto a portata di mano: non c’è più nulla da dimenticare o da farsi rubare, niente carte nei portafogli, niente orpelli. Il corpo umano diventa una piattaforma che ci connette alla realtà in modo anche digitale: è il concetto alla base del transumanesimo, un movimento culturale e scientifico che aspira a migliorare la qualità della vita, con lo scopo ultimo di vivere molto più a lungo e in modo molto migliore. Come? Intervenendo direttamente sul corpo umano superando, dove possibile, i suoi confini biologici grazie alla fusione con la tecnologia. A Soliera, il 23enne Mattia Franzoni, è una delle circa cento persone in tutta Italia che prova quotidianamente cosa voglia dire sentirsi parte del movimento e anche un po’ cyborg. Due anni fa, si è fatto innestare un microchip sottocute nella mano sinistra, tra indice e pollice, nella parte curva della mano dove non passano nervi, vasi sanguigni o muscoli: in quello che assomiglia a un chicco di riso per dimensioni, Mattia porta i propri documenti, soprattutto file di word. 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati