Antonio D’Amico e il nuovo mestiere dell’home stager

Lo scenografo delle case che le fa vendere meglio

Carpi – Si usa l’espressione inglese home staging (alla lettera, “mettere in scena la casa”), un po’ perché riassume al meglio un concetto un tantino involuto, che suonerebbe come “…arte di valorizzare le proprietà immobiliari, migliorandone l’immagine in modo da favorirne la vendita o l’affitto nel minor tempo e alle migliori condizioni possibili”. E anche perché è negli Usa che l’home staging è diventato un mestiere, almeno da una trentina d’anni, molto prima, cioè, che sbarcasse in Italia anche sull’onda del successo di programmi come  “Fratelli in affari” trasmesso da Real Time o su canali specializzati sulla casa, come Fine Living, tutti accessibili dal digitale terrestre. 

Ora, il mestiere di home stager, che si è attrezzato come associazione di professionisti, la home staging Italia, ha trovato un interprete anche a Carpi. Si chiama Antonio D’Amico, ha 42 anni, è originario di Sulmona, dove ha conseguito il diploma di architettura d’interni presso l’Istituto d’Arte “Gentile Mazara”, prima di trasferirsi nel 2002 a Bologna per seguire un corso di specializzazione nella materia, lavorando contemporaneamente in un’azienda produttrice di mobili per esterni. Nel 2007 si è trasferito in zona, prima nel reggiano e dal 2011 a Carpi, per lavorare sempre nel settore degli arredi da giardino. Finché nel gennaio di quest’anno ha deciso di mettersi in proprio, proponendosi come arredatore, di alloggi che si intendono cedere o affittare. E quando vuole essere ancora più preciso sulla sua attività, ricorre a una metafora che non lascia dubbi: «Se uno decide di vendere un’automobile – spiega –, che fa? La porta dal meccanico per eliminare ogni difetto, la lava per bene all’autolavaggio, ne pulisce a modo gli interni, porta via i Cd e tutti gli oggetti dei quali l’aveva ingombrata. L’home stager fa la stessa cosa con un appartamento in vendita, che sia vuoto o arredato, utilizzando tecniche di risistemazione dell’arredo e degli elementi architettonici. In una parola, lo prepara alla visione del cliente, ripulendolo da cima a fondo, intervenendo su pavimenti da far rivivere, pareti da ritinteggiare, impianti da mettere a norma. E le assicuro – aggiunge – che tante volte l’home staging somiglia più a un disarredare che all’arredare, perché si scopre che portando via una quantità di cose l’immobile ci guadagna».

E quando l’aspetto migliora e diventa più attraente (“Un risultato che si può ottenere anche avendoci dentro un inquilino”, sottolinea D’Amico) acquista ovviamente valore e ha molte più probabilità di accorciare i tempi necessari a vendita e locazione. Il che, in un mercato ancora convalescente come quello dell’usato immobiliare, rappresenta una buona iniezione di salute.

Nelle foto, un ambiente dopo l’operazione di home staging, il precedente stato e Antonio D’Amico

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