Pitti Filati sempre generosa di creatività anche se il settore perde fatturato

Tante idee e suggestioni ma il filato segna il passo

Performance di mercato in flessione per lana e cotone. Regge la filatura laniera

Dopo due anni positivi si inverte la tendenza del settore dei filati per maglieria. Alla vigilia di Pitti Filati, il salone di riferimento per questo tipo di prodottoche si è svolto alla Fortezza da Basso di Firenzedal 22 al 24 gennaio, Sistema Moda Italia ha veicolatoi dati elaborati da Confindustria Moda sull’andamentodel comparto 2019 che evidenziano un calo difatturato del 5,8 per cento per un valore di 2 milioni 760 mila euro. A registrare performance negative siala lana (che rappresenta l’80 per cento del giro d’affaritotale) sia il cotone, mentre rimane su trend positivi lafilatura laniera. A differenza degli anni scorsi, anchel’export ha sperimentato una flessione nell’ordine delmeno 4,9 per cento, scendendo a quota 806 milioni.

All’86esima edizione di Pitti Filati hanno presoparte 136 aziende (di cui 19 straniere) che hannopresentato le loro collezioni primavera-estate 2021.Nonostante sia la fiera più tecnica della “triade” diPitti Immagine (composta anche dall’Uomo e dalBimbo), quella che attira meno curiosi, blogger etrend setter, per gli addetti ai lavori (stilisti, buyer, filatori,imprenditori, agenti) è forse la più importanteperché rappresenta un osservatorio sulle tendenzedel futuro e su come dovranno essere impostate lecollezioni. Presentando l’eccellenza della filatura permaglieria su scala internazionale attira inoltre i designerdei più prestigiosi marchi di moda che arrivanoa Firenze in cerca di input e suggestioni creativeper cominciare a disegnare i prodotti.La recente edizione della rassegna non ha delusole aspettative degli oltre 4 mila 400 visitatori in terminidi idee, spunti e allestimenti. Di grande impatto,affollatissimo e ispirato al mondo delle fiabe conlo slogan “Once upon a time”, lo stand di Millefili,azienda di filati carpigiana in cui nel 2018 è subentratoil fondo di private equity Alto Capital IV che neha acquisito il 70 per cento con Gabriele Galli (figliodel fondatore Francesco) alla guida come amministratoredelegato con il 25 per cento delle quote.Sempre apprezzata poi l’area Knit Club, unospazio che ha visti protagonisti i maglifici capacidi interpretare al meglio le innovazioni tecniche ecreative della maglieria. Una ventina gli espositoridi questo ambiti, tra i quali le aziende carpigianeElsamanda e Pazzi da Filare.“Fashion at Work” ha riunito invece realtà italianee straniere impegnate in consulenze stilistiche,progettazioni punti e prototipi, stampa su maglia,macchine per maglieria, bottoni e minuterie, accessorie passamanerie, applicazioni e ricami, tintorie efinissaggi, quaderni di tendenza e bureaux de style,sistemi di codifica del colore, sistemi software per ildisegno o la confezione. Tra gli espositori si segnalala presenza dell’azienda giapponese Shima Seiki edel gruppo tedesco Stoll che a Carpi hanno due loro iliali.

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