Il fatturato 2020 del settore fiere è precipitato da un miliardo a 200 milioni di euro, facendo registrare un calo dell’80 per cento, secondo i dati Cerved. Dal primo febbraio 2020 alla riapertura del primo settembre sono state cancellate 181 manifestazioni tra internazionali e nazionali e altre 74 da ottobre a dicembre. I recenti Dpcm (l’ultimo scatta il 6 marzo) hanno inferto un cambiamento di rotta anche alla settantina di eventi internazionali previsti nei primi quattro mesi di quest’anno. Il settore, il primo a chiudere e l’ultimo a riaprire, sta pagando un prezzo altissimo. Senza considerare che le fiere sono un volano anche per le imprese, fanno girare l’economia e valorizzano l’indotto del territorio in cui si svolgono.
Il sostegno pubblico per questo settore così duramente colpito dalla pandemia è rimasto perlopiù sulla carta: dei 408 milioni di euro a fondo perduto complessivi contenuti nelle varie misure previste dal Governo Conte (ha fatto sapere Maurizio Danese, presidente Aefi, associazione a cui fanno capo il 96 per cento delle fiere), a febbraio è risultato erogato soltanto il 4 per cento per mancanza di decreti attuativi e di definizione delle modalità operative per il credito d’imposta.