Dove resistono anche quattro aziende carpigiane, nonostante Moda Makers

Nella trincea di Modaprima

I pareri di Irio Amadei, Graziella Costantini e Rosanna Crevatin. Unanimi nel riconoscere il buon esito della rassegna fiorentina. Ma il cerchio si stringe: per evitare confusione una delle due dovrà soccombere. E al momento questa non sembra essere Carpi

Il comunicato ufficiale parla di “grande  internazionalità” e di “concretezza di business”,  ma i numeri parlano chiaro: Modaprima, il salone  della programmata per la media e grande distribuzione  internazionale continua a perdere  colpi.

L’ottantaduesima edizione, che si è svolta  alla Stazione Leopolda di Firenze dal 19 al 21  maggio con le collezioni di abbigliamento e accessori  per la primavera-estate 2018, ha fatto registrare  un ulteriore calo sia in termini di visitatori  (1.300 contro i 1.400 dello scorso novembre)  che di espositori (45 anziché 49). Anche le presenze  carpigiane si sono ridotte a quattro: Creazioni  Rosanna&Co, Eleonora Amadei, Ella Lu e Gil/  Gisella M. In diminuzione rispetto all’edizione di  novembre (in cui erano cinque) e un vero e proprio  tracollo se paragonato al 2015 quando si attestavano  sulla ventina.  Senza contare gli anni d’oro di Modaprima in cui le imprese  carpigiane costituivano il nucleo principale della fiera ed erano  oltre la metà del numero totale degli espositori (che erano,  anch’essi, ben più di oggi). Scorrendo il comunicato diramato  da Pitti Immagine, il team organizzatore della rassegna, si legge  di “… un livello qualitativo delle presenze di alto profilo”. Sul  fronte dei mercati esteri, che pesano ormai per oltre il 60 per  cento dei compratori complessivi “… Modaprima ha registrato  700 operatori circa arrivati da 48 paesi; in crescita i numeri da  Russia (più 12 per cento), Turchia (più 80 per cento), Corea del  Sud (più 30 per cento) e ottime performance da Regno Unito,  Ucraina e Cina –  annotano gli organizzatori –, mentre hanno  registrato una flessione le presenze da Giappone, Spagna,  Portogallo, ma soprattutto dall’Italia”.  Può Moda Makers – l’evento di moda organizzato da Expomodena  che ha coinvolto 49 aziende (la maggior parte del  distretto carpigiano) e ha richiamato, secondo i dati ufficiali,  900 visitatori, per la maggior parte buyer (circa il 60 per cento)  stranieri e che si è svolto a Carpi nei tre giorni precedenti la  fiera fiorentina – aver dato il colpo di grazia a una manifestazione  già in crisi da tempo? 

Probabilmente sì, anche a detta degli imprenditori carpigiani  che hanno partecipato a Modaprima. «Io sono l’unica  dei quattro a non aver aderito a Moda Makers – afferma Graziella  Costantini, titolare di Ella Lu –. Non so se Moda Makers  rischia di far morire Modaprima, ma sicuramente può creare  confusione; credo che tutta questa dispersione non vada affatto  bene, bisognerebbe trovare una sinergia tra i due saloni, Pitti  è ancora un “marchio” troppo prestigioso per quanto riguarda  le fiere».  L’imprenditrice tira le somme sull’edizione che si è appena  conclusa. «Non è detto che con meno visitatori e meno espositori  il risultato della manifestazione sia per forza compromesso  –  spiega –. Noi per esempio, pur avendo ben poche aspettative,  abbiamo lavorato tanto e bene e trovato nuovi clienti. Il bilancio  è molto positivo, sono contenta, ma poi mi chiedo: ci sarà  ancora questa fiera?».  Secondo Costantini sarebbe un vero peccato se Modaprima  smettesse di esistere. «Abbiamo partecipato a tante fiere, dal  Mipap di Milano al salone in Kazakistan, ma nessuna ci ha  mai dato i risultati di Modaprima – aggiunge –. Invito gli imprenditori  carpigiani e le associazioni a non “rovinare” questa  rassegna di moda, ma a cercare una soluzione con Pitti per  realizzare qualcosa insieme». Quando le chiediamo perché non  abbia mai partecipato all’evento carpigiano, risponde: «Alcuni  clienti che visitano Moda Makers vengono già in azienda. E  poi credo che sia una dispersione di energia: tra i 3 giorni di  Moda Makers e i 3 di Modaprima siamo “in ballo” per 6. A lungo  termine questa disgregazione non porterà grandi risultati». 

Secondo Irio Amadei, titolare di Eleonora Amadei by  Yulkis, a Firenze la maggior parte dei buyer erano gli stessi che  avevano partecipato qualche giorno prima a Moda Makers. «A  Carpi avevamo lavorato molto bene – spiegano –, ma qui a Firenze  si sono viste più o meno le stesse persone. Abbiamo partecipato  perché alcuni clienti ci aspettavano e nel complesso  non è stata un’edizione negativa, anzi. So che chi lavora molto  con il private label, a differenza nostra che siamo concentrati  più sul marchio, ha ottenuto degli ottimi risultati. Per l’edizione  di novembre stiamo valutando se partecipare a entrambe le  manifestazioni: dovendo scegliere, sarà sicuramente Carpi per  questioni di comodità e di costi contenuti rispetto a Firenze». 

Traccia un bilancio decisamente positivo invece Rosanna  Crevatin, titolare di Rosanna&Co. «Per noi Modaprima  rimane un evento fondamentale. È stato triste vederlo così  “ridimensionato” con una sola corsia e così pochi espositori.  Io vi partecipo da 30 anni, da quando si chiamava Esma e si  svolgeva a Milano e ammetto che mi dispiace anche perché nonostante  tutto, abbiamo lavorato moltissimo, anche con alcuni  clienti nuovi. Le aziende che vi partecipano sono preoccupate,  perché non sanno se Modaprima avrà un futuro. Noi a Carpi  per fortuna abbiamo un’alternativa, vale a dire Moda Makers,  che è stata un grande successo grazie anche all’impegno e alla  dedizione delle associazioni organizzatrici e di alcuni imprenditori,  e alla quale sicuramente continuerò a partecipare; ma  lo stesso farò con Modaprima, perché mi ha sempre portato  buoni risultati. Mi auguro che i due appuntamenti possano  convivere in futuro, ma sarà difficile. Io preferirei – conclude  l’imprenditrice – che si riuscisse a trovare un punto di incontro  organizzando un’unica fiera per questo specifico segmento  di settore, magari a Milano, dove si svolgeva fino a qualche  anno fa. Servirebbero però dei finanziamenti e degli incentivi  per sgravare le imprese dei costi di esposizione, con l’aiuto  della Regione e delle istituzioni. La disgregazione non porta a  nulla di buono, anzi, può solo “confondere” i clienti per i quali  partecipare a due fiere potrebbe diventare troppo oneroso». 

Nelle foto: l'esterno della Stazione Leopolda e gli imprenditori Graziella Costantini, Irio Amadei e Rosanna Crevatin

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