Grazie a Massimiliano Panarari, collaboratore della testata nonché fra i quattro saggi arruolati dalla Giunta per il “Progetto Carpi”, la città sale agli onori delle cronache dell'ultimo numero dell'Espresso come distretto da rilanciare per il ruolo che i territori possono svolgere come motori della ripresa. Il progetto voluto dalla vicesindaca Stefania Gasparini e affidato, oltre che a Panarari, anche a Franco Mosconi, Paola Ruggiero e Giovanni Carrosio, viene citato nel contesto di un'intervista ad Aldo Bonomi, sociologo e fondatore dell'Aaster, nonché buon conoscitore del sistema produttivo carpigiano. Il colloquio tra i due parte ricordando che l'obiettivo di quello studio era "...il riposizionamento di una realtà produttiva (e al medesimo tempo sociale e cultural identitaria) e del ripensamento delle policy degli enti locali in seno a uno scenario nuovamente in profonda metamorfosi”. E arriva a un quesito piuttosto complesso. Si è visto, a proposito del settore tessile di Carpi – scrive Panarari – quanto sia forte il bisogno “...di ridefinire il rapporto tra società ed economia, partendo dall'incrocio tra i saperi globali, la formazione tecnica, la creatività e la tradizione locale (che è anche antropologia) del “saper fare”: che cosa è cambiato dal punto di vista del capitale sociale, si chiede l'autore dell'articolo, e in che modo dobbiamo inquadrare la pandemia in questo aggiornamento del “racconto del capitalismo” come lo ha definito lo stesso Bonomi?