Una fine in due diverse verità

“Dopo 76 anni scoprono che il fratello morì a Mauthausen” recava la locandina del Carlino di giovedì 16 gennaio. E il giornale riprendeva l’argomento nelle pagine provinciali, titolando: “Cold case: nostro fratello morto nei lager. Mario Zaro era stato dichiarato caduto in battaglia nel 1944, ma il sito MyHeritage ha restituito ai famigliari una sconvolgente verità”. L’argomento ha attinenze locali, essendo i famigliari – il fratello Silvio, sua moglie Angela Ronchin e la loro figlia Valentina, autrice della ricerca del luglio scorso su MyHeritage – residenti a Carpi, dove la coppia è approdata nel 1955 a seguito dell’esodo dalmata istriano. Ma quella verità, conosciuta solo ora, era a disposizione da almeno 55 anni. Da quando cioè il nome di Mario Zaro – come si desume sempre dal web – è comparso alla pagina 321 del libro di Vincenzo Pappalettera “Tu passerai per il camino”, edito da Mursia nel 1965 e premio Bancarella 1966. Proprio il suo cognome apre infatti la lettera Zeta dell’“Elenco dei deportati morti a Mauthausen, parziale ed elaborato da testimonianze e registri del campo” che conclude il volume, ripubblicato in successive edizioni anche nel 1974 e nel 2010. Del resto, come sostengono gli stessi famigliari, esso compare anche nella Sala dei Nomi del Museo Monumento al Deportato: e da dove sarebbe stato preso, se non da quel volume, visto che il Museo è stato inaugurato nel 1973? Che si tratti proprio di lui non ci sono dubbi: oltre al nome e al cognome, piuttosto diffuso nella località di Izola d’Istria di cui la famiglia è originaria, e alla paternità “di Angelo”, coincide la data di nascita, il 14 agosto 1926, mentre quella di morte, a soli 18 anni, è fissata al 9 marzo 1945, due mesi prima che il campo venisse liberato.