Slam poetry: tra poesia e spettacolo per dare voce a se stessi

La slam poetry, la poesia performativa che vede dei poeti dare voce e corpo ai loro testi, si è fatta spazio anche alla Festa del Racconto, nell’evento organizzato dal Collettivo UniPoSka (Unione Poeti Scatenati). A raccontarci il fascino di questa forma d’arte è Chiara Zanoli, membro carpigiano del collettivo: «Siamo abituati ad associare la poesia ad un’atmosfera aulica e seria, ma il poetry slam è pensato come un format accessibile a tutti in cui tutti possono partecipare, sia come poeti che come pubblico: servono solo i poeti, le dita per votare e i presentatori. Poi si può arricchire, si può stare su un palco e posizionare i faretti giusti, ma nasce come evento semplice e spontaneo».
Ma facciamo un passo indietro. Il poetry slam, cioè la competizione che vede poeti diversi gareggiare attraverso il voto del pubblico, nasce negli anni ’80 in America,  e si diffonde in Europa e in Italia dagli inizi degli anni 2000, dove oggi viene coordinato dalla Lips (Lega italiana poetry slam). Le regole della gara sono piuttosto semplici: ogni poeta ha fino a tre minuti di tempo per esporre il proprio pezzo (si può infatti portare solamente un composimento scritto di proprio pugno) come preferisce, recitando, cantando, leggendo, senza però poter utilizzare oggetti di scena o musiche. La loro performace viene valutata da cinque giurati scelti a caso dal pubblico, e, dopo che i partecipanti avranno presentato due testi diversi in due manches, si può passare alla finale che vedrà lo sfidarsi diretto dei due o tre finalisti che hanno ottenuto il punteggio più alto. Chi vince le fasi locali può passare a quelle regionali, poi nazionali e internazionali. segue

«Certo, il voto all’interno di una forma di espressione così soggettiva come la poesia è stata una scelta criticata da alcuni – osserva Chiara, - ma qua entra in gioco l’aspetto spettacolare della slam poetry: è importante che il pubblico interagisca e partecipi. Tra i poeti che partecipano ad un poetry slam c’è il tacito accordo che le valutazioni contano fino ad un certo punto, la cosa importante è che si crei un’interazione, un dialogo, e se vuoi anche dibattito, con e tra il pubblico». Chiara Zanoli ha raccolto un po’ di esperienza nel settore: per lei, poetessa “da carta”, ma appassionata di teatro, la scoperta della slam poetry ha rappresentato un’occasione decisamente affascinante ed è circa un anno e mezzo che partecipa a poetry slam in giro per l’Italia, arrivando anche a qualificarsi alle semifinali nazionali. Dopo aver organizzato un poetry slam a Carpi a giugno 2023, è stata contattata da alcuni ragazzi di Bologna, con cui poi ha dato vita al Collettivo UniPoSka e con cui continua a gestire gare sia a Bologna che a Carpi (la più recente lo scorso 7 settembre presso la sede dell’Associazione Ekidna). Chiara Acri, altro membro del collettivo, presenterà con lei la serata del 4 ottobre. 

Chiara Zanoli continua: «L’obiettivo dell’evento all’interno della Festa del Racconto è coinvolgere nuove persone nell’ambiente, infatti abbiamo deciso di selezionare tre poeti che non avessero mai fatto slam. Insieme a loro gareggeranno poi tre poeti “esperti”, tutti finalisti alle nazionali. Inoltre, la serata inizierà con il tradizionale “sacrifice”, ovvero la performance di un pezzo fuori gara che verrà però votato comunque per far capire al pubblico come funziona e al nostro evento questo ruolo verrà coperto da Andrea Mitri, arrivato terzo alle gare nazionali di quest’anno». Al poetry slam a Carpi le tematiche da affrontare nei testi sono libere, e si assisterà ad un vero e proprio spettacolo nella forma della poesia. La slam poetry dunque, questa poetica via di mezzo tra il monologo teatrale e la stand up comedy, basata sul ritmo e sulla musicalità, rappresenta una nuova forma di espressione che colpisce immediatamente, senza la mediazione di musiche o scenografie o distrazioni, e arriva dritta a chi ascolta.
In foto: Chiara Zanoli in un'esibizione; il pubblico durante il momento delle votazioni.
Susanna Catellani