L'autrice carpigiana racconta della recensione positiva del regista su ''Voci dall'argine''

Pupi Avati sul libro di Franca Gualtieri: ''Regala ragioni di stupore e riconoscenza''

I sentieri luminosi delineati dall’ultimo libro della scrittrice carpigiana Franca Gualtieri l’hanno portata dritta da Pupi Avati che lo ha commentato positivamente, parlandone come di “… un libro che ci regala nuove ragioni di stupore e riconoscenza”. Le sei storie contenute in “Voci dall’argine”, in cui la natura e gli animali prendono la parola per raccontare le malefatte e le disattenzioni della gente e per suggerire in alcuni casi possibili soluzioni, hanno ricevuto infatti il plauso da parte del famoso regista bolognese che non ha esitato a descriverle anche come: “Storie dal respiro francescano alimentate da quell’armonia del creato che rende tutte le cose, gli animali e la natura in dialogo”. Motivo per cui la nuova veste grafica del libro prevede una fascetta gialla in cui campeggiano le sue parole. Abbiamo chiesto all’autrice di raccontarci come sono andate le cose.

 

 

Com’è entrata in contatto con Pupi Avati?

 

«Il “rapporto” con lui è cominciato alcuni anni fa. Quando pubblicai il mio primo libro “L’anima dello stivale”, su suggerimento del giornalista Pierluigi Senatore, decisi di mandarglielo. Lui mi rispose dopo qualche mese inviandomi una mail con una bellissima recensione. Fu per me una gioia talmente intima, tanto che decisi di non pubblicarla, ma la feci incorniciare e la appesi nel mio “pensatoio”, cioè nella stanza in cui scrivo. Quando pubblicai il mio secondo libro, “Materni dettagli”, gli mandai anche quello: ancora una volta, passato qualche mese, lui rispose rinnovando i suoi complimenti. Di nuovo stampai la mail, la feci incorniciare e l’appesi di fianco alla prima. Così, quando ho scritto l’ultimo libro, potevo non mandarglielo?»

 

E questa volta cos’è successo?

 

«Com’era già accaduto per i libri precedenti, trascorso qualche mese Pupi Avati mi ha risposto, esprimendo un giudizio più che positivo. E, dato che il mio messaggio era profondo e ormai avevamo intrecciato un dialogo, mi sono permessa di domandargli se potevo pubblicare sui social ciò che mi aveva scritto o in alternativa realizzare una fascetta da mettere sul libro. La sua risposta è stata eloquente: “Vai con la fascetta” ha scritto. E mi ha lasciato anche la libertà di riportare la parte della mail che preferivo»

 

 

Che significato ha per lei, oltre alla soddisfazione personale?

 

«È un libro a cui tengo molto. Vorrei che lo leggessero più persone possibili e che trovassero degli spunti per ripensare ai propri comportamenti, diventando più rispettose e sensibili nei confronti della natura e degli animali. Il commento di Pupi Avati esprime perfettamente lo spirito delle mie storie e la finalità per cui le avevo immaginate: spero quindi che serva a incuriosire ulteriormente i potenziali lettori».