La questione migratoria nella storia d'Italia: convegno a Firenze per i cento anni dalla nascita di Fernando Manzotti, docente a Carpi e Correggio

Il convegno con questo titolo si è svolto questo pomeriggio alla Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, sulle colline di Firenze. Ad aprire i lavori sono stati i saluti del presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia Cosimo Ceccuti, mentre a Francesco Margiotta Broglio è spettato il compito di introdurre e coordinare gli interventi. Relatori sono stati illustri personaggi del panorama culturale nazionale come Sandro Rogari, intervenuto sul tema “Fernando Manzotti e la questione dell'emigrazione nell'Italia unita”; Giustina Manica, che ha presentato “Il dibattitto sull'emigrazione in Villari, Sonnino e Franchetti”; Zeffiro Ciuffoletti, con “La questione dell'emigrazione nel secondo dopoguerra”; Fabio Berti, che ha parlato de “L’Italia da paese di emigranti a paese di immigrati. Un approccio sociologico” e Massimo Livi Bacci, sul tema “Migrazioni e demografia”. segue

“Cento anni fa – ha spiegato il Professor Sandro Rogari - nasceva a Correggio Fernando Manzotti, uno degli storici contemporaneisti più brillanti del nostro secondo dopoguerra, strappato agli affetti famigliari e agli studi da una malattia fulminante a soli quarantasette anni, nel luglio 1970. Pur nella sua breve esistenza, conclusasi prima di quando uno studioso, di norma, raggiunge la piena maturità scientifica, Manzotti, che ha concluso la sua carriera accademica presso la fiorentina Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” come titolare del corso di Storia dei partiti e dei movimenti politici, ci ha lasciato dei saggi che sono a tutt’oggi un punto di riferimento per la storiografia. Manzotti resta famoso per la sua classica Storia del socialismo riformista in Italia, il partito che nacque dalla scissione di Reggio Emilia nel 1912: studio originale e imprescindibile per la conoscenza del tema, che Spadolini volle raccogliere nel 1965 nella collana dei Quaderni di storia della casa editrice Le Monnier. È uno studio storiograficamente rigoroso e documentato, ma venato dalla pietas loci di chi si sente partecipe di un humus di valori condivisi di libertà e giustizia sociale. Ancor prima, nel 1962, Manzotti aveva pubblicato La polemica sull’emigrazione nell’Italia unita per le edizioni della Biblioteca della “Nuova Rivista Storica”. Con questo saggio Manzotti inaugurava un filone di ricerche, allora del tutto inedito, sulla questione migratoria nell’Italia post risorgimentale, nel momento in cui il boom economico era accompagnato dal fenomeno delle migrazioni interne e dalla correlata nuova consapevolezza meridionalistica. Anche per questo studio, l’ispirazione di Manzotti giungeva dalla vicenda famigliare del padre emigrato in Pennsylvania agli inizi del XX secolo. L’attualità della questione migratoria nell’Italia del XXI secolo – conclude Rogari - ci ha indotto a muovere da questo studio pionieristico di Manzotti per una riflessione di approccio storico, sociologico e demografico al tema migratorio, oggi attualissimo.” segue

A concludere l’incontro è stato il saluto della famiglia, nella persona del figlio Andrea Manzotti: “Mi riempie di profonda gioia e intima soddisfazione – ha detto – scoprire che alcune ricerche storiche di mio padre, dopo circa 60 anni, vengano tuttora considerate lavori imprescindibili per la storiografia contemporanea. Oltre alle ricerche sul Socialismo riformista e sull’Emigrazione, gli studi sulla storia dei partiti e in particolare il movimento socialista e il movimento cattolico, ma voglio ricordare anche gli innumerevoli saggi su vicende politiche dell’Italia risorgimentale post-unitaria che rappresentano testimonianze su un periodo storico in gran parte trascurato dalla storiografia successiva. Fra le molteplici direttrici di ricerca, gli studi sull’attività giornalistica di Luigi Carlo Farini a sostegno di Cavour, sulla Destra storica in Emilia nel primo quinquennio unitario e vorrei ricordare anche gli studi dedicati al progetto Farini-Minghetti sulle regioni e alla Destra e Sinistra di fronte al progetto sulle Opere pie. Gli interessi storici di mio padre iniziano con una cifra peculiarmente emiliana e padana più in generale, manifestando un’intensa pietas loci, per arrivare da qui a temi di rilevanza nazionale come il fenomeno migratorio e la politica estera su cui stava lavorando negli ultimi tempi prima della sua scomparsa. Tutto questo mi è di sprone a cercare il modo migliore per valorizzare al meglio ciò che sono state l’esperienza storica e la testimonianza morale e civile di mio padre, promovendo studi di giovani studiosi e creando un luogo di libero confronto di idee, sul solco del suo insegnamento. Esprimo profonda gratitudine ai promotori e ai relatori di questo incontro, in particolare il Prof. Sandro Rogari e il Prof. Cosimo Ceccuti che ha voluto ospitarci nella Biblioteca della Fondazione Spadolini, Giovanni Sapadolini con il quale si erano instaurati un’amicizia e un sodalizio culturale durati per un ventennio.”