"La guerra è un prodotto dell'uomo". Il monito del procuratore De Paolis all'80° della strage di Cibeno

Al Campo di Fossoli c’è stata la consegna simbolica delle Pietre d'Inciampo intitolate ai 67 martiri

“La guerra non è un cataclisma imprevisto, ma un prodotto dell'uomo che si è privato della sua umanità e non vuole riconoscerla nel suo prossimo”. Sono le parole pronunciate ieri da Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte militare d'appello di Roma, al Campo di Fossoli, durante la commemorazione degli 80 anni della strage del Cibeno. Il 12 luglio del 1944 quando 67 internati politici al Campo di Fossoli su mandato delle autorità naziste di stanza a Verona furono prelevati dai tedeschi per essere condotti alla fucilazione al poligono di tiro di Cibeno in quella che è stata la più grave strage di civili in un campo italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Le vittime furono gettate in una fossa comune e coperte di calce viva per accelerare la distruzione dei cadaveri. Tutte le persone uccise erano italiane, d'età compresa fra 19 e 64 anni, provenienti da varie regioni e di diversa estrazione sociale.

De Paolis ha istruito e portato a dibattimento 18 processi, dal 2003 al 2012, per le più gravi stragi nazifasciste compiute in Italia durante la Seconda guerra mondiale. Da questa esperienza, come riporta l’Ansa, ha maturato la convinzione che questi “crimini orribili” non fossero “ineluttabili calamità naturali. Dietro i fucili, le bombe, i lanciafiamme, c'erano mani e braccia consenzienti, vi erano uomini che avevano scelto, obbedito, anche se avrebbero potuto o dovuto disobbedire. Non è il caso a provocare eventi come questi. Non lo è nemmeno oggi nei tanti e tanti luoghi dove si fa la guerra, dove l'umanità è stata bandita, scacciata, probabilmente ben prima che si fosse cominciato a sparare”.

Durante la commemorazione – dal cui palco hanno parlato anche il sindaco Riccardo Righi, la presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni e Marco Steiner (Cda Fondazione Fossoli e Vicepresidente Aned Milano) c’è stata la consegna simbolica delle Pietre d'Inciampo intitolate ai 67 martiri, una piccola pietra che riporta i dati essenziali delle loro biografie, da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1996 ne ha posate in tutta Europa oltre 100mila, realizzando così il più grande museo diffuso esistente.

Nelle foto: un momento della commemorazione e gli interventi del sindaco Riccardo Righi, della presidente Manuela Ghizzoni e del procuratore Marco De Paolis