Il regista Gigi Tapella (laboratorio Fare Teatro) fa rivivere ai ragazzi la favola di Amore e Psiche, in scena al Comunale il 13 settembre

Doveva intitolarsi "Senti-Menti”, come si addiceva a una rappresentazione teatrale. Per maggior coerenza semantica con il FestivalFilosofia, nel cui contesto verrà rappresentato, gli si è preferito "Amore e Psiche oggi”, che sarà pure più esplicito, ma sa tanto di saggistica. Il senso dello spettacolo, in programma in Teatro venerdì 13 settembre alle 21, prodotto dallo stesso  Comunale di Carpi per il coordinamento di Gigi Tapella e Sara Gozzi, resta comunque quello: l'istintività dell'eros (Amore) e la razionalità (Psiche) convivono con difficoltà in ognuno di noi, in una simbiosi per niente tranquilla e continuamente messa a dure prove. Ma se si ha il coraggio di affrontarle, le prove, allora si può anche aspirare a una condizione di felicità. segue

Il conflitto tra cuore e cervello è dunque il fulcro della favola raccontata nelle sue "Metamorfosi” da Apuleio (circa 125-180 d.C.) che la scrisse raccogliendo racconti mitologici dei secoli precedenti: «Ed è proprio la pista della fiaba che ho seguito nell'adattamento teatrale – spiega il regista Gigi Tapella –: una favola che parte con una follia: provare piacere e sentire che produce Amore è una cosa che non conosci perché lui, Amore, come racconta il mito riportato da Apuleio, si concede all'incontro sessuale con lei, Psiche, impedendole però di vederlo. E questo, vissuto sul corpo, sulla pelle, può essere una cosa meravigliosa, non c'è neppure bisogno di razionalizzarla e di spiegarsela. E' un po' quello che succede – prosegue – quando diciamo "sono follemente innamorato” e poi nella vita reale tutto diventa lo sforzo terribile di costringere l'Amore dentro delle regole, che sono la tomba in cui finisce questa follia». Si può immaginare l'impatto dell'argomento sui tredici ragazzi del laboratorio teatrale Fare Teatro che saranno protagonisti della rappresentazione che conclude il corso coordinato da Sara Gozzi insieme al regista, iniziato a novembre: tutti compresi tra i 16 e i 23 anni, proprio l'età che entra nelle emozioni.

 

«Loro stessi dovranno essere gli emozionati e curiosi interpreti dei pericoli e delle difficoltà dell'Amore – sottolinea in proposito il regista –, che è folle, difficile, sa dare momenti grandiosi, ma anche terribili. Tutto quel che abbiamo detto del rapporto tra Amore e Psiche, si sperimenta nei rapporti, per i quali abbiamo attinto a testi letterari, come "Nodi” di Ronald Laing, ma anche teatrali, di psicoanalisi, scelti in ambito di coppie, crisi di coppie. Nell'analizzare questi testi abbiamo curato soprattutto ciò che rimane dell'Amore nella mente. Lascia infatti dei segni che con il tempo non si cancellano, sono dentro di noi e molte volte questi segni che noi non vogliamo riconoscere ci fanno vivere in maniera contraddittoria e sofferente l'incontro concreto che abbiamo nella coppia, nell'innamoramento, perché il vissuto che lascia l'Amore nella nostra Psiche è forte, va oltre la morte. Questa cosa – continua Tapella – mi ha affascinato per cui abbiamo scene teatrali che si intersecano anche con racconti dei ragazzi, con le loro letture. Non c'è un personaggio, non è una storia con dei personaggi ma è una mescolanza di voci, di scene, di cori che vengono anche dal passato. Che cosa vedrà il pubblico? Un insieme di sensazioni, di dolori, di gioie, di letture e poi ogni spettatore comporrà il proprio mosaico da quel che vedrà. I ragazzi si sono confrontati, su questa materia, hanno anche sofferto, perché loro sono dentro un sogno, è l'età in cui non ti immagini che lui o lei ti possa lasciare, ma può succedere e quindi hanno comunque cercato e si sono sforzati di costruire qualche cosa che a loro è risultato doloroso, ma che fa parte forse del mondo degli adulti, di ciò che magari succederà molto più avanti nelle rispettive vite. Tutto questo c'è nella storia di Amore e Psiche, perché lei, disperata, girerà tutto il mondo per cercare di congiungersi con lui. Credo quindi che ognuno di noi si porti dentro un progetto d'amore per la vita e il mondo. E anche se il tempo passa e questo progetto d'amore naviga in differenti storie, anche tristi e pericolose – conclude il regista –, lascia però qualche cosa di grande, dentro, che è la forza dell'amore che ti fa sopravvivere nonostante tutto».