Quasi concluso il primo stralcio di recupero del Torrione degli Spagnoli

E Carpi si riappropria di un pezzo della sua storia

Orfeo, con la sua monumentale lira a sette corde è ancora lì, sei secoli dopo, a suonare e a incantare gli animali sparsi ai suoi piedi come quando un ignoto pittore, probabilmente di scuola ferrarese, lo dipinse su quella parete della torre del castello, per allietare con i colori vivaci e con la memoria della mitica e struggente storia del giovane che scese all’Ade per riportare alla luce l’amata Euridice, le dame e i cavalieri della Carpi del Quattrocento che stava per affacciarsi al Rinascimento. Lui, Orfeo, è tornato alla luce, come diversi altri personaggi, animali e stemmi, nel corso della prima fase di consolidamento e restauro del Torrione del castello, che fu di Galasso Pio e che i Carpigiani chiamarono poi “degli Spagnoli” perché ospitò il presidio degli imperiali di Carlo V, per l’appunto Spagnoli, durante gli anni bui della dominazione che segnò la fine della signoria dei Pio sulla città. La prima fase del recupero di questo massiccio manufatto guerresco che poi fu palazzo signorile e poi fu ancora residenza del Giusdicente di Carpi e della Pretura, del Regno d’Italia, prima e della Repubblica, poi, fino a non molti anni orsono quando, nel 2014 passò finalmente dal Demanio dello Stato al Comune di Carpi che se ne è assunto l’onere del restauro, è nelle mani della Sovrintendenza: «Siamo in attesa – conferma il sindaco Alberto Bellelli – che la Sovrintendenza prenda in esame le nostre proposte per il restauro degli affreschi e per la seconda fase del ripristino del Torrione che, nei nostri intendimenti, dovrebbe diventare la nuova porta d’accesso a tutto il complesso museale di Palazzo Pio». Una nuova biglietteria unica a piano terra, con due sale destinate a mostre anche temporanee delle eccellenze della città; un primo piano che si collegherà al resto del Palazzo dei Pio attraverso le sale del “quarto del Vescovo”, il piccolo quartiere residenziale utilizzato per qualche tempo dal primo Vescovo di Carpi prima del trasferimento nell’attuale palazzo vescovile di corso Fanti, che diventeranno la pinacoteca dei Musei e cerniera di raccordo con le gallerie del piano nobile della residenza del principe Alberto Pio; e, alla fine del percorso museale (il Museo della Città si trova nelle gallerie del piano superiore), l’uscita del visitatore attraverso un rinnovato book shop e lo scalone per il cortile d’onore che oggi invece è l’ingresso dei Musei: questo in estrema sintesi il nocciolo del progetto che vede quali parti integranti del percorso proprio gli spazi restaurati del Torrione degli Spagnoli.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati