Dopo un anno di indagini da parte della Polizia di Carpi: sei arresti e quindici denunciati

Sgominata la banda che rubava trattori

Sono di Novi e di Mirandola ma avevano contatti con ricettatori campani

Il capo, un novese di 54 anni che in codice si faceva chiamare Baccalà, la Polizia lo ha arrestato all'alba assieme ai suoi complici-parenti. Lui ed altri due sono finiti in carcere, altri tre sono agli arresti domiciliari e, assieme a loro, altre quindici persone sono state denunciate a piede libero per una lunga serie di furti avvenuti a cominciare dal settembre del 2019 in numerose aziende agricole di Carpi, Novi, Fabbrico e Moglia.

Una vera e propria organizzazione criminale (la Polizia ha definito il loro legame un pactum societatis, ovvero un accordo che andava ben oltre l'effettuazione di un semplice "colpo") è stata sradicata dagli uomini del Commissariato di Polizia di Carpi agli ordini della dottoressa Paola Convertino che così ha posto fine ad una sequela di ben venti furti in aperta campagna di trattori e altri beni agricoli per un valore di oltre un milione di euro.

La banda, una famiglia "allargata" Sinti residente a Novi ma con addentellati anche fuori paese (uno degli arrestati è di Mirandola) e con saldi collegamenti con la malavita campana, da oltre un anno scorazzava nelle campagne fra Modena, Reggio e Mantova, adocchiando casolari abbandonati e aziende agricole dotate di trattori di specifiche qualità di marca, ingombro e prestazione. 

Secondo le indagini svolte dalla Polizia, il gruppo criminale effettuava un primo sopralluogo durante il giorno nell'azienda presa di mira, fotografava il trattore da lontano e poi lo "vendeva" ai propri piazzisti campani che, se gradivano l'oggetto, richiedevano un ulteriore sopralluogo notturno per fotografarne targa a codici di immatricolazione in modo da poterne predisporre per tempo la falsa documentazione per la vendita all'estero.

Il colpo avveniva una notte seguente e il trattore, dopo essere stato stoccato in un capannone abbandonato a disposizione della banda, veniva trasportato a cura dei sodali campani su autoarticolati "a misura" del trattore trafugato. E se c'era qualcosa d'altro da rubare, la banda, prendeva anche materiali edili, decespugliatori ed altri attrezzi agricoli presenti sul luogo.

Ma la Polizia teneva d'occhio i soggetti: in collaborazione con la Polizia Stradale di Guastalla, Mirandola e Modena Nord, gli autoarticolati venivano uno alla volta fermati "per controlli" e vi si scopriva sopra il trattore rubato. Alla fine, è scattata l'operazione "Gaggio", con le sei misure cautelari per gli emiliani (tre in carcere e tre ai domiciliari) e le quindici denunce per concorso in furto aggravato, ricettazione e favoreggiamento per il gruppo "esterno" dei campani ricettatori-autotrasportatori.

Diciotto trattori (dei venti che risultano essere stati rubati dalla banda) sono stati recuperati e riconsegnati ai legittimi proprietari.