Parti capovolte in musica e un'ondata di giallorosso

E’ stata per oltre quarant’anni la bandiera della resistenza del ceto medio cittadino e della destra democristiana contro le Giunte rosse, che l’avrebbero volentieri mantenuta nella condizione di istituzione comunale per ragioni di controllo politico e di risparmio, temendone una professionalizzazione in senso elitario. E ora che il percorso della scuola comunale di musica, divenuta nel 1999 Istituto di Studi superiori musicali Vecchi- Tonelli, sta per compiersi con la statizzazione, prevista nel 2021, e i costi a carico dello Stato, ecco che il settore di destra del Consiglio comunale all’ultima seduta vota contro la convenzione che fissa gli impegni dei Comuni di Carpi e Modena chiesti dal Ministero dell’Istruzione prima del gran passo. Non c’è che dire. E’ un capovolgimento delle parti, che corrisponde alla trasfigurazione di un ceto politico privo di memoria e di cultura cittadine, specchio forse delle trasformazioni avvenute nel profondo di una comunità nella quale i punti di riferimento stanno scomparendo insieme al senso di appartenenza. Il timore espresso da un giovane neo consigliere di Fratelli d’Italia come Giulio Bonzanini di una eccessiva delega allo Stato e di una perdita della possibilità per il Comune di far esercitare alla scuola un ruolo sul territorio, è stato sempre il leit motiv delle Giunte comuniste e post comuniste in opposizione a docenti, genitori e Dc. La prospettiva di una perdita di interesse per il locale da parte del futuro Conservatorio preoccupa anche Monica Medici, dei 5 Stelle. Lei però alla fine ha votato a favore: il senso di appartenenza, da buona carpigiana, ce l’ha. E anche il senso pratico, visto che il Comune si sgrava di una spesa di 400 mila euro annui, contro l’impegno a garantire la sede di San Rocco, a pagare le bollette e a versare 50 mila euro annui per iniziative musicali sul territorio.