Carlo Piccinini, modenese, 50enne, vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara, è uno dei due vicepresidenti di Confcooperative Terre d’Emilia, la nuova realtà organizzativa della cooperazione emiliana, nata dall’integrazione tra le Confcooperative di Modena, Bologna e Reggio Emilia. Si tratta della più grande realtà territoriale di Confcooperative, con 640 imprese associate, 135 mila soci, 47 mila occupati e 7,8 miliardi di euro di fatturato.
L’assemblea costituente, tenutasi a Modena lunedì 20 febbraio, ha eletto primo presidente il reggiano Matteo Caramaschi, affiancato alla vicepresidenza da Daniele Ravaglia (già presidente di Confcooperative Bologna e presidente del centro servizi alle imprese B.More) e, appunto, da Piccinini (già presidente di Confcooperative Modena e presidente nazionale di Fedagripesca Confcooperative). «Terre d’Emilia – dichiara Piccinini – è una realtà emblematica, a livello organizzativo, dei processi di integrazione e progetti di filiera sui quali da diversi anni sosteniamo le nostre imprese, puntando a livelli di efficienza, innovazione e capacità di investimento i cui effetti si misurano in termini di aumento dell’occupazione, competitività sui mercati, tutela di territori e categorie fragili».
«L’aggregazione che porta alla nascita di Confcooperative Terre d’Emilia - ha detto, intervenendo in assemblea il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – è la direzione giusta per essere protagonisti nella competizione globale dando valore al territorio e rafforzando la cooperazione come pilastro fondamentale dell’economia e della società regionale». A salutare la nascita di Confcooperative Terre d’Emilia è intervenuto anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. «State facendo anche voi un pezzo di cammino sinodale, perché questo è il tempo opportuno per camminare insieme», ha detto.
(Nella foto: Carlo Piccinini, primo a sinistra, con il presidente Caramaschi e l'altro vicepresidente Ravaglia)