Tiro a Segno agibile in parte. Colpo a un bancomat di Campogalliano. Vaccinazioni dai medici di base: nessuno li aveva avvertiti

Oggi la notizia principale che riguarda Carpi, riportata dai quotidiani locali, è il ritorno alla funzionalità del Tiro a Segno. Parziale, in verità: perché come spiega alla Gazzetta il suo presidente, Giuseppe Martinelli, dopo l'incendio che danneggiò gravemente l'impianto nel 2018, è ritornato agibile solo il settore del tiro con la pistola, peraltro il meno compromesso, mentre è tuttora da risistemare la sezione per il tiro con i fucili, rimasta sotto sequestro un anno e mezzo. Il quotidiano e lo stesso Martinelli ricordano che c'è tuttora aperto un provvedimento penale a carico del Presidente, ma il rogo ha tutta l'aria di essere stato provocato da un incidente fortuito, aggravato da pannelli ignifughi che non si sono rivelati tali. Intanto, i soci da 1.900 che erano sono scesi a una cinquantina, ricorda sempre Martinelli.

 

Di spalla la Gazzetta riferisce che si sta avvicinando la data dell'udienza del procedimento intentato dalla Pordenone Volley nei confronti della pallavolista carpigiana Lara Lugli, licenziata per non aver avvertito la società della propria intenzione di avere un figlio e citata per di più peri  danni che l'assenza per gravidanza avrebbe provocato alla società, sia in termini di sponsorizzazioni che di risultati sportivi. La cosa, lamenta il blog Collettiva, è andata avanti, nonostante il clamore sollevato da quello che tanti, anche fuori dai confini nazionali, considerano una vera e propria discriminazione, al punto che lo stesso Coni è pronto a chiedere una conciliazione.

 

Sul Carlino la notizia principale è il bancomat della Bpm, ex Banco San Geminiano San Prospero, che nella notte di venerdì è stato fatto saltare con l'acetilene da parte di quello che gli inquirenti considerano un gruppo di professionisti. Il bottino ammonterebbe a 100 mila euro e ad agire, secondo qualche testimone, sarebbero stati in tre. Le pagine provinciali dei due quotidiani danno spazio alla confusione ingenerata dall'annuncio della Regione che gli appartenenti alla fascia di età fra i 50 e i 54 anni – i nati cioè negli anni tra il 1967 e il 1971 – a partire dal 13 maggio potranno fare richiesta di vaccinazione ai medici di base, con somministrazioni a partire dal 31 maggio. Il fatto è che i medici, pur dicendosi disposti a collaborare, assicurano di non saperne nulla: non sanno cioè dove e con quanti e quali vaccini potranno effettuare una somministrazione che finora li aveva coinvolti solo per il personale scolastico e per gli interventi a domicilio dei pazienti impossibilitati a muoversi. Una riunione martedì mattina della Fimmig che raggruppa i medici di medicina generale dovrebbe servire a fare chiarezza sulle procedure.