Tassisti senza clientela brutto segno per la città

Da quando è iniziato il blocco della circolazione per evitare il diffondersi della pandemia, non hanno mai abbandonato la città. Il lockdown, tuttavia, ha ben presto imposto loro uno stop indipendente dalla loro volontà che, anzi, è stata anche quella di andare incontro ai cittadini mettendosi al loro servizio a tariffe agevolate. Parliamo dei conducenti dei taxi, 11 a Carpi (9 Cotamo e 2 indipendenti), appartenenti a una categoria che ha sofferto, soffre ancora e fatica a vedere una ripresa. Andrea Milani, tassista oltre che rappresentante del Consorzio radiotaxi Cotamo di Carpi, traccia un bilancio degli ultimi tre mesi. «Il nostro, quello della mobilità, è un settore di primaria necessità, ma può venire sostituito dall’uso di altri mezzi, all’occorrenza – spiega –. Siamo molto a rischio. E infatti in questo periodo abbiamo avuto un calo del fatturato del 90 per cento. Anche Modena ha avuto la stessa nostra percentuale, ma probabilmente riuscirà a tirarsi su più agevolmente, essendo una città che attrae turisti di prima istanza, mentre a Carpi questi arrivano in seconda battuta, non essendo una città particolarmente turistica: i nostri clienti si recano prevalentemente nella zona industriale, dove sono le aziende, per lavoro. Penso, ma è opinione di molti, che il fatturato precedente la pandemia non tornerà più: il sistema economico ha subìto un contraccolpo troppo pesante che ha cambiato i connotati un po’ a tutti e dal fondo risaliremo molto, molto lentamente. La prospettiva è molto magra, bene che vada recupereremo il 50 per cento del fatturato precedente verso ottobre. Bene che vada, però».