Sono state “altre, non previste necessità” a far slittare nel tempo la messa a disposizione della seconda microarea compresa tra l'area fieristica e il complesso dello Space City, destinata a sei famiglie sinti e realizzata con una spesa di 103 mila euro, 85 mila dei quali erogati dalla Regione. Lo precisa l'assessore ai Servizi sociali, Tamara Calzolari, dopo la pubblicazione del servizio in cui ci si chiedeva il perché del mancato utilizzo di una struttura apparentemente completa e pronta, ma ferma da tempo e in stato di evidente abbandono. I motivi addotti per la mancata chiusura definitiva del cantiere vengono così elencati, dall'Assessore: è stato necessario creare una nuova postazione abitativa per un settimo nucleo familiare che so è aggiunto ai precedenti; si è dovuto attrezzare un percorso e una piazzola per disabili; l'impianto fognario ha richiesto un intervento, effettuato nel marzo 2020, per migliorarlo e potenziarlo mentre l'intera area ha richiesto un ulteriore spianamento con eliminazione dei dislivelli. Uno degli interventi ha riguardato lo spostamento della colonna dei contatori, richiesto ed eseguito da Enel nel novembre 2020. L'effettivo trasloco doveva avvenire già nel settembre scorso. Ma oltre alle complicazioni, spiega l'Assessore, “...determinate dall'emergenza sanitaria”, il trasloco ha dovuto essere rinviato, perché non può avvenire prima della firma con l'Enel dei contratti di fornitura a cui è chiamata ogni famiglia: questa sottoscrizione, precisa sempre l'Assessore, “...riguarda direttamente le parti ed è seguita in autonomia dalla cooperativa sociale (la Accento di Reggio Emilia, ndr) che ha in carico la mediazione sociale”. Detto a margine, il contratto sottoscritto con l'Enel acquista tanto maggior rilevanza alla luce dell'incidente accaduto qualche giorno fa a due dei residenti, un 35nne e un 25enne, folgorati dalla corrente mentre tentavano un allacciamento abusivo (portati al Pronto soccorso e medicati, sono stati poi denunciati dai carabinieri).
