L'ennesimo distributore automatico in centro storico indigna e preoccupa i commercianti

«Non ho mai temuto la concorrenza, ma in questo caso si tratta di concorrenza sleale». Hussein Hawila, titolare del bar Dorando di Piazza Martiri è arrabbiato e non ci sta, dice, a vedere aprire l’ennesimo distributore di bibite e snack a fianco della sua attività. Un genere commerciale che ultimamente sta prendendo piede in particolar modo in centro storico e che crea non pochi problemi a esercenti oltre che, perché no, anche ai cittadini stessi. E’ notizia di questi giorni, infatti, che al civico 33 – dove fino a qualche tempo fa era NaturHouse – aprirà un nuovo negozio attivo 24 ore su 24 interamente dedicato ai distributori automatici, sulla falsariga di quelli da poco inaugurati in corso Alberto Pio e in corso Fanti. «La saracinesca dovrebbe alzarsi a metà marzo – spiega Hussein –, ma fino a che potrò mi batterò perché questo non avvenga. Ribadisco, non temo la competizione con altri bar: aiuta a migliorarsi, fa il bene del commerciante e del cliente, ma qui si va oltre. In un periodo così difficile in cui siamo costretti a chiudere alle 18 e a osservare i divieti dettati dalle varie tonalità di giallo, arancione o rosso, si consente ad attività di questo tipo di tenere aperto 24 ore su 24, favorendo bivacchi, assembramenti e sporcizia». Non c’è un parere positivo in merito tra i negozianti del centro, che solidarizzano con Hussein. C’è chi pensa sarebbe più opportuno e ovvio aprire lontano dal centro, in zone sprovviste di bar; chi insiste sul degrado che ne conseguirà e che contribuirà a deturpare la piazza. «Cosa ne sarà dei miei tavolini alla chiusura? Verranno utilizzati dagli avventori delle macchinette. Per non parlare dei rifiuti che prevedibilmente si accumuleranno sotto il portico. E’ questa la riqualificazione del centro che vogliamo? E’ così che si pensa di conquistarla? Dov’è il buon senso? Dove il rispetto?», sono le riflessioni di Hussein, condivise da larga parte dei colleghi commercianti della piazza. Senza contare il rischio che proviene dalla sanificazione del punto vendita, difficile da garantire durante tutto l’arco della giornata in mancanza di personale di servizio. Quello che in corso Alberto Pio, appena entrato in funzione, era parso un curioso diversivo cui la città non era abituata, ora viene guardato con preoccupazione, come un segnale davvero poco incoraggiante rispetto al futuro e alla vitalità di un luogo della città tanto nevralgico e sempre più vuoto. 

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