Il ''miracolo'' di Paltrinieri. La crisi silenziosa degli artigiani del tessile. I 5Stelle sulle code davanti alle scuole

Due grandi servizi vengono dedicati oggi da Carlino e Gazzetta, nelle rispettive pagine provinciali e sportive,  all'argento conquistato da Gregorio Paltrinieri ai Giochi Olimpici di Tokyo, sulla distanza degli 800 metri stile libero. Immancabili i ricordi di conoscenti e amici del campione, ripresi dal Carlino, mentre la Gazzetta si concentra sul tratto che ha colpito di più, anche sui media nazionali e internazionali: un'impresa sportiva dopo la mononucleosi che aveva colpito Paltrinieri e per la quale vengono normalmente prescritte 4 settimane senza sforzi troppo intensi. La positività dell'atleta era stata rilevata il 23 giugno; e lui 36 giorni dopo si è preso un incredibile secondo posto, a un soffio dalla vittoria. Lo hanno definito un miracolo. “Queste gare si vincono con il cuore” ha dichiarato: e si è visto. Ora lo attendono i 1.500 metri e i diecimila in acqua libera:  comunque vada, Paltrinieri è già nel mito.

 

La pagina di Carpi della Gazzetta si sofferma sulla mozione con la quale i Cinque Stelle chiedono che il Comune intervenga per evitare le auto in doppia fila e il caos prodotto dagli indisciplinati genitori che attendono in auto l'uscita dei figli, soprattutto dagli istituti superiori di via Peruzzi, ma anche dalle altre scuole. I consiglieri pentastellati fissano anche la data – il 30 settembre – entro la quale si dovrebbe compiere un monitoraggio sulla situazione di tutti i plessi scolastici; verificare la possibilità di creare aree di quiete intorno alle scuole; attuare i progetti già esistenti; coinvolgere i genitori, visto che, oltre alla carenza di infrastrutture, c'è un problema di abitudini e di cultura.

 

 

Sul Carlino due sindacalisti, Sergio Greco (Filctem Cgil) e Roberto Giardiello (Femca Cisl), attirano l'attenzione sul fatto che a soffrire di più la crisi del settore tessile sono i lavoratori delle imprese artigiane che non godono degli ammortizzatori sociali dei quali dispongono le aziende maggiori, potendo attingere solo al Fondo di solidarietà bilaterale per l'artigianato (Fsba). E' questo è tanto più grave in un momento in cui la filiera produttiva si impoverisce sempre di più, a fronte della scelta dei committenti di avvalersi di personale interno, rinunciando al conto terzi. Il che fa chiudere uno dopo l'altro i laboratori e lascia a spasso i loro dipendenti: un fenomeno, commentano i due esponenti sindacali, che il Covid ha solo aggravato, ma che esisteva già da prima.