“Ricordate la scena più enigmatica del film Easy Rider, all'interno del cimitero di St. Louis a New Orleans? Quale legame c'è tra questa e Carpi? Presto spiegato”. Lo spunto è di Lucia Armentano, archivista del Comune di Carpi in pensione, che sulla propria pagina social ha lanciato il curioso interrogativo, fornendone subito risposta. E questa, della quale probabilmente non tutti sono a conoscenza, è davvero molto interessante.
Una delle scene più enigmatiche di Easy Rider - il più celebre film del regista Dennis Hopper, uscito nel 1969 e divenuto un cult intramontabile - è quella al cimitero. I protagonisti Wyatt (Peter Fonda) e Billy (lo stesso Dennis Hopper), insieme a due ragazze, si dividono un acido molto potente che avrà esiti negativi per tutti e quattro. Wyatt è il più soggetto all’effetto dell’Lsd e, abbracciando una statua del cimitero, continua a urlare frasi senza senso riguardanti la propria madre.
Proprio questa tomba circolare in marmo - una sorta di massiccia torre cilindrica che sul prospetto reca una grande nicchia ove una statua, eretta su alcuni gradini, rappresenta, in una figura solennemente seduta, l’allegoria dell’Italia -, accanto alla quale si svolge il “rito dell'acido”, spiega Armentano, rappresenta il legame con la nostra città. Fu edificata, infatti, per la Società Italiana Mutua Benevola su progetto del 1856 a firma del carpigiano Pietro Gualdi, artista eclettico, nato nella nostra città nel 1808 e morto di malaria a New Orleans nel 1857, primo italiano a essere sepolto nella tomba da lui stesso progettata. Purtroppo, dopo il devastante uragano Katrina del 2005 il cimitero fu fortemente danneggiato e così anche la tomba.
Pietro Gualdi pittore, incisore, scenografo, nacque a Carpi il 22 luglio 1808. Frequentò l’Accademia Atestina (Estense) di Belle Arti di Modena, dove si formò sotto Luigi Pagliani, progettista di architetture e decoratore di stampo neoclassico. La sua prima opera nota è una veduta della Piazza di Carpi ripresa dal sagrato della Cattedrale, datata 1828. Il suo dipinto dell'Interno di San Nicolò a Carpi, del 1831, è altresì dimostrativo del profitto raggiunto dall’artista, poco più che ventenne, negli studi prospettici. Più tardi, nel 1834, si perfezionò presso l’Accademia di Brera in pittura, prospettiva e scenografia e lavorò come pittore di scenografie al Teatro alla Scala, mentre alla fine dell'anno successivo partì alla volta del Messico, dove diventò uno degli artisti più importanti e celebrati, contribuendo con la sua opera alla creazione dell’immagine e dell’identità di quella nazione.
Pietro "Pedro" Gualdi non recise mai i rapporti con la terra d’origine, cosa che fa sperare che il detto nemo propheta in patria sia per lui solo un luogo comune e che la sua città, un giorno non lontano, gli dedichi una mostra.