Proroga della cassa integrazione Covid fino al 27 ottobre

Carpi, vertenza Navigare: sospesi per ora i licenziamenti per 67 dipendenti

E’ stato raggiunto un primo risultato nella vertenza Manifattura Riese, azienda carpigiana a cui fa capo il marchio Navigare. Si è svolto oggi l’incontro in diretta streaming al Ministero del Lavoro per scongiurare i licenziamenti a seguito della procedura avviata dall’azienda il 14 maggio e che dal primo agosto avrebbe potuto diventare realtà. Venendo incontro alle richieste sindacali, l’azienda ha deciso di sospendere la procedura di licenziamento che attualmente riguarda 67 addetti, prorogando la cassa integrazione Covid fino al 27 ottobre. I dipendenti della Manifattura Riese coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo erano in totale 82, ma nel frattempo alcuni (soprattutto quelli impiegati nei negozi del marchio sparsi in tutta Italia) hanno trovato un nuovo lavoro.
 

Al tavolo hanno partecipato i rappresentanti sindacali territoriali e nazionali di Filctem e Filcams Cgil, della Cgil confederale, Femca  e Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, la Rsu aziendale, il liquidatore incaricato dall’azienda insieme al consulente e al legale, il rappresentante di Unindustria Reggio Emilia, i rappresentanti della Regione Emilia Romagna,

“I sindacati hanno confermato la loro intenzione di continuare a lottare affinché l’azienda rimanga attiva e si continui nella ricerca di un eventuale acquirente che possa dare seguito sia alla produzione che al marchio Navigare – si legge nella nota diramata dai sindacati –. I rappresentanti aziendali, sollecitati anche dalle istituzioni regionali e nazionali, hanno anche aperto alla possibilità di chiedere ulteriori ammortizzatori sociali conservativi (cassa straordinaria Genova) dopo la cassa Covid. L’azienda ha accettato che per tutto il periodo in cui saranno utilizzati gli ammortizzatori conservativi, si astiene da qualsiasi azione unilaterale di licenziamento. Il periodo coperto da ammortizzatori sociali deve essere utile per dare una risposta industriale diretta o indiretta per garantire ai lavoratori il bene più prezioso che hanno che è il lavoro”.

Le parti saranno convocate nuovamente il 12 ottobre al Ministero del Lavoro per la prosecuzione degli ammortizzatori sociali, e rimangono in attesa di una nuova convocazione presso il Mise funzionale a una soluzione di continuità aziendale.
"Utilizziamo questo tempo per il confronto – dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla –. Nella prossima riunione chiederemo, come già fatto, all’azienda e alla proprietà di trovare le soluzioni utili per salvaguardare l’occupazione ed evitare gli esuberi".
 

«Siamo soddisfatti di questo primo risultato che è in discontinuità con le modalità e le proposte con cui l’azienda si era posta sinora – spiega Sergio Greco di Filctem Cgil –. La soluzione trovata oggi evita che 67 lavoratori oggi attualmente in forza alla Manifattura Riese siano licenziati dal primo di agosto. Questo risultato è per le organizzazioni sindacali il primo tassello a cui deve seguire un accordo definitivo che trovi una soluzione per tutti i lavoratori».

A fine aprile Manifattura Riese è stata venduta dal socio di maggioranza, il Fondo Consilium – subentrato cinque anni fa e detentore dell’80 per cento delle quote, mentre il 20 per cento appartiene alla Navy Group di Massimo Brunetti, membro della famiglia fondatrice dello storico marchio – alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, l’ha messa in liquidazione e ha avviato una procedura di licenziamento per gli 82 dipendenti (leggi qui) tra cui circa la metà impiegati nella sede di Carpi e gli altri negli outlet e nei negozi di proprietà sparsi in tutta Italia. Dall’inizio di maggio i lavoratori, supportati da sindacati e istituzioni locali, hanno intrapreso una serie di iniziative di mobilitazione e di sciopero (leggi qui e qui e qui). L’ultimo, venerdì 23 luglio (leggi qui) con un corteo per le vie di Rio Saliceto sede storica della Manifattura Riese, che ha visto la partecipazione di delegazioni di altre aziende del territorio come esempio la Goldoni, protagonista di un’altra lunga vertenza.