Tutta la pianura modenese, da Campogalliano in giù fino al Po è soggetta a un immanente rischio idrogeologico. Lo hanno confermato gli esperti che Legambiente Emilia Romagna ha riunito in occasione di un webinar proprio centrato sul rischio fiumi nella nostra provincia, un rischio che sempre più spesso diventa una dura e devastante realtà come dimostrano le ricorrenti esondazioni di Secchia e Panaro registrate dal 2014 ad oggi: 5 in sei anni, alluvioni costate oltre 600 milioni di euro alla collettività.
Mentre la Regione Emilia Romagna annuncia di essere in procinto di richiedere al Governo ingenti stanziamenti (dai fondi europei) proprio per avviare opere idrauliche su tutti i fiumi e gli invasi regionali, la situazione modenese si presenta tutto sommato sempre all'insegna della rincorsa delle opere emergenziali per riparare i danni provocati dai fiumi. Fermo a livello di progettazione dal 2015 il più risolutivo di questi interventi, quello dell'ampliamento e dell'adeguamento della cassa di espansione del Secchia, oltre 16,8 milioni di euro previsti; ancora in itinere l'altro investimento deciso nel 2020: 3 milioni di euro per l'adeguamento delle sponde del Secchia sul "passo dell'Uccellino" a Soliera, mentre nel corso del biennio 2020-2021 diverse centinaia di migliaia di euro sono state spese - in massima parte dalla Bonifica Emilia Centrale - per il rafforzamento degli argini lungo il corso dei vari canali che attraversano il territorio della media pianura fra Soliera, Carpi e Novi.