Il turismo dopo Covid, non troppo lontano - 8

Tra Marola e Toano, fonti, alberi e pievi leggendarie

Ognuno di noi, diceva Picasso, vede ciò che sa. Una massima preziosa, che si rileva illuminante soprattutto quando si parla di turismo: conoscere il territorio, infatti, fa emergere una serie di perle nascoste che le rotte consolidate dei tour operator ignorano. Tesori naturalistici e storico architettonici da riscoprire e valorizzare: come quelli che caratterizzano anche questo secondo itinerario dell’Appennino reggiano.

UN PERO NEL REGNO DELLA CASTAGNA – Il nostro percorso inizia dal borgo di Marola, nel comune di Carpineti, dove uno straordinario patriarca fruttifica ancora, dopo quasi tre secoli anni di vita: si tratta del gigantesco pero di località Canova, che con i suoi tre metri e passa di circonferenza è uno dei  più grandi della nostra regione. Una pianta preziosa che produce un frutto antico, la pera Spaler (cioè “di spalliera”, in riferimento ad una tecnica di coltivazione), utilizzata per produrre una specialità locale, il delizioso Savurett, una composta a lunga cottura di antichissima tradizione. Arrivare al pero non è difficile: una volta a Marola, prendere via Canova (che parte a fianco dell’ufficio postale) e proseguire per 500 metri fino a quando non incontrate, all’incrocio con via Poggio, una maestà (cioè un pilastro con immagine sacra); la pianta campeggia nel giardino di un’antica casa in pietra, sul lato opposto della strada e per vederlo occorre chiedere il permesso. Lungo il tragitto non perdete l’occasione di ammirare l’inconfondibile sagoma della leggendaria pietra di Bismantova, che apparirà tra gli alberi, alla vostra destra. LE GEMELLONE DI GIANDETO – In questa piccola frazione di Casina, vicino ad una vecchia corte agricola, si nascondono due imponenti esemplari di Roverella, che superano i quattro metri di circonferenza e prosperano da oltre un secolo uno accanto all’altro, componendo un quadretto paesaggistico che ci restituisce un’immagine autentica e felice della campagna di un tempo. E non è finita: nell’appezzamento vicino alla corte agricola campeggia un piccolo ma poderoso e vetusto melo, che ancora fruttifica abbondantemente. Come arrivare: da Casina prendete via Poncema e seguite le indicazioni per Giandeto: giunti in prossimità della chiesa, tenete la sinistra e continuate per 3-400 metri fino ad un bivio che scende verso una corte agricola, in corrispondenza del cartello “La Villa”; proseguendo qualche centinaio di metri lungo la stradina asfaltata, le due gemellone appariranno alla vostra sinistra. CORTE INCANTATA – L’antico borgo di Croveglia è dominato da due massicce ma curatissime case-torri in pietra, impostate a scarpa sulla base rocciosa. Il nucleo risale probabilmente al Cinquecento e allo stesso periodo si riferisce anche un affresco in nicchia raffigurante la Madonna con il Bambino. Sull’aia antistante la corte è visibile un antico rustico con portico a tre luci architravate recanti diversi conci finemente scolpiti. Come arrivare: da Casina si percorre la Ss 63 direzione Reggio Emilia e in località Bocco si devia per S.Giovanni di Querciola, sino al bivio per GiandetoCroveglia. SORBOLE! – Un rarissimo esemplare di Sorbo (la pianta su cui nascono le sorbole), che supera i due secoli anni di vita e sfiora i due metri e mezzo di circonferenza, svetta solitario sull’apice di una collinetta nei pressi di Villa Minozzo:  un patriarca da frutto prezioso, anche perché ancora in buono stato di salute. Per arrivare al sorbo: da Felina seguire indicazione Villa Minozzo, Sp 9; in località Gatta attraversate il ponte e subito dopo svoltate a destra, sulla strada comunale che porta a Villa Minozzo: dopo 1,5 chilometri, all’uscita dell’ultima curva prima del rettilineo che porta alla chiesa di Carniana, appare nel prato della colli- netta sovrastante, alla vostra destra. Parcheggio consigliato: nell’area della chiesa, in via Mulino bruciato.

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