Remesina, un grido di dolore
È un modo per disincentivarne la percorrenza? Ma allora occorre spiegare perché si permetta il transito anche di mezzi pesanti. E come si possano raggiungere le numerose attività che vi si affacciano.
Chi è costretto a muoversi fra Novi, Rovereto e Fossoli conosce benissimo le condizioni di degrado in cui versa la via Remesina. Fessurazioni, deformazioni, buche, dislivelli di qualche centimetro, vere e proprie spaccature mettono a dura prova gomme, cerchi e sospensioni delle auto di chi deve suo malgrado affrontare quel tipo di pavimentazione. Senza contare la distesa di pali dell’elettricità che si piegano a 30 gradi, fortunatamente verso la campagna. La Remesina è una strada che non ha mai tenuto e anche quando, anni addietro, la manutenzione ordinaria era un po’ più frequente, la via non si presentava in ottimo stato. Certo però che da tempo non viene effettuata nemmeno un’operazione “tappa buche” e se a ciò si aggiungono il traffico (che seppur limitato è esistente) così come l’azione usurante degli agenti atmosferici (come le infiltrazioni d’acqua tanto per dire), la sicurezza degli automobilisti viene minata.