Piano per l'energia sostenibile e il clima (Paesc): Modena ce l'ha, a Carpi entro l'anno

Il Comune di Modena lo ha approvato nei giorni scorsi. A Carpi dovrebbe avvenire entro il 2021, dopo ampia consultazione, l'approvazione delle iniziative da mettere in atto per il Paesc, il Piano d'azione per l'Energia sostenibile e il Clima. E' l'erede del Paes, il Piano d'azione per l'Energia sostenibile varato dal Consiglio comunale nel 2014 con l'obiettivo di abbattere del 20 per cento entro il 2020 le emissioni di CO2 legate ai consumi energetici. Ma ne rappresenta anche un'evoluzione: il Paesc, infatti, riprende sì l'obiettivo dell'abbattimento delle polveri sottili attraverso una maggiore efficienza energetica, alzando l'asticella al 40 per cento entro il 2030, ma prevede anche, concordandole con i portatori di interesse, azioni dirette a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. E includerà pertanto provvedimenti – basti citare le piantumzioni – che vanno oltre un uso più razionale dell'energia. A occuparsene sarà, come è già avvenuto per il Paes, l'Agenzia per l'Energia e lo Sviluppo sostenibile (Aess). Una determina dirigenziale del 21 novembre scorso le ha conferito il nuovo incarico con la motivazione che si tratta di una società di servizi in house espressa da enti pubblici (Comune e Provincia di Modena e città metropolitana di Bologna sono soci fondatori, e i soci ordinari un'ottantina fra enti pubblici e Comuni, fra i quali Carpi) e senza fini di lucro, già sperimentata con la rendicontazione del Paes, con il vantaggio, pertanto, di tempi e costi più contenuti. Il compenso sarà di 12 mila 200 euro, Iva inclusa, con l'impegno a produrre entro quest'anno il quadro delle azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi di mitigazione e adattamento fissati al 2030. Approda intanto al Consiglio comunale di giovedì 11 febbraio la delibera che costituisce l'atto preliminare per il Paesc, vale a dire l'adesione del Comune di Carpi al nuovo Patto dei Sindaci che già era stato sottoscritto nel 2011 e che ora comporta non solo a ridurre le emissioni di CO2 al nuovo standard del 40 per cento, ma anche a potenziare la resilienza del territorio e della popolazione con l'adattamnento ai cambiamenti climatici e a condividere conoscenze ed esperienze accumulate nella redazione del Piano con le altre autorità regionali e locali dell'Unione europea e anche fuori dai confini eruopei, con scambi nell'ambito del patto globale dei sindaci.

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