E' l'ex Consorzio agrario (nel riquadro) decisivo per la futura Carpi a est

La chiave dell'Oltreferrovia

Terminata l'emergenza, sarà il tema centrale del dibattito politico-amministrativo

Prima o poi passerà .E quando sarà passata, si può starne certi, i piani di investimento della Fondazione Crc torneranno a conquistare il rilievo che siebbero allorché, nell’ottobre scorso, il presidente Corrado Faglioni li annunciò. Dando il segnale di una decisa svolta nella guida dell’Ente e,contemporaneamente, della volontà di imprimere un altro passo, un salto di qualità a una città e a un territorio sempre più ripiegati su se stessi. A dare la sensazione che le cose si stanno muovendo, oltre ai frequenti confronti avvenuti con l’Amministrazione comunale prima dell’acutizzarsi dell’emergenza epidemiologica, è arrivato, proprio in questi giorni e in piena crisi, il bando per “Incarichi per servizi di architettura e ingegneria d’importo inferiore a 100 mila euro”. L’Ente, dunque, a indicare la precisa determinazione ad andare avanti, vuole crearsi un elenco di professionisti singoli e associati dal quale attingere per leopere previste nel piano diinvestimenti da 25 milioni del triennio 2020/2022. A conferma, poi, della volontà di dare ossigeno con questo piano al territorio, precisa che tecnici singoli o raggruppati debbano avere sede, con i rispettivi studi, nell’area di riferimento della Fondazione, vale a dire nei comuni di Carpi, Novi e Soliera. Niente obbligava palazzo Brusati a seguire una procedura di evidenza pubblica: se lo ha fatto, come precisa una nota dell’Ente, è stato per coerenza con i principi di trasparenza e imparzialità previsti dallo Statuto e dal Codice etico che la Fondazione si è dati. La chiamata a raccoltadei tecnici fra i quali verrà effettuata la selezione è diretta a tradurre in praticauna serie di interventi che vanno dal potenziamento diinvestimenti già effettuati(l’Auditorium san Rocco e la Casa del Volontariato di Carpi, il Pac di Novi e l’Habitat di Soliera), ai nuovi investimenti su tre grandi progetti. Uno è il potenziamento delle dotazioni sportive di Carpi e Novi, con due palazzetti dello sport (per quello diCarpi si parla dell’area dellavecchia piscina). Il secondo consiste nell’attrezzare il parco di Santa Croce come area verde fruibile: un intervento per il quale è già al lavoro Angela Zaffignani, responsabile per il verde del Comune di Parma e creatrice del Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, ma tutto da fare per quel che riguarda la ristrutturazione delle case coloniche annesse. Il terzo intervento, la realizzazione del cosiddetto tecnopolo là dove sorge ora lo stabilimento Lamiz, è parso fin dall’inizio il più problematico. E non a caso pare sia stato proprio questo il fulcro del confronto avviato conl’Amministrazione comunale. Che cosa dovrebbe contenere, il tecnopolo realizzato nell’edificio sostitutivo dello stabilimento Lamiz? Start-up, laboratori, spazi di co-working da gestire in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio e in perfetta simbiosi con il contesto del parco circostante. È lo stesso elenco formulato a suo tempo per il “polo della creatività” caro all’ex assessore Simone Morelli e rimasto lettera morta. È difficile, infatti, inventare di sana piantafunzioni così delicate einnovative, senza un preciso radicamento nell’esperienza di istituti preesistenti: lo sciagurato tentativo del Campus della Moda è lì adimostrarlo. E deve saperlobene anche il CdA dellaFondazione, se è vero cheil progetto fa esplicitoriferimento all’Università.Ma, oltre al contenuto,anche la posizione delcontenitore parrebbeessere al centro di un ripensamento avviato con l’Amministrazione. Al Presidente della Fondazione, che è anche un tecnico, nondeve essere infatti sfuggitala potenza vivificatrice cheavrebbe, nelle destinazioni esotto il profilo urbanistico,un investimento effettuatonon fuori dai percorsicittadini, ma dentro iltessuto urbano, in spazi da recuperare e destinare a usi innovativi. Per questoè emersa l’alternativadell’ex Consorzio agrario:un complesso che, dopola rinuncia di Cmb a un piano particolareggiato che non aveva alcuna pretesa di disegno urbano, diventerebbe la chiave di volta per tutto l’Oltreferrovia, favorendo il rovesciamento della stazione a est, dando impulso a nuovi collegamenti per bypassare i binari, ospitando funzioni terziarie di alto livello intorno al parco Lama e che potrebbero attingere anche a Modena, separata da soli undici minuti di treno. Passata la tempesta Coronavirus, insieme alla localizzazione del futuro ospedale, sarà questo il fulcro di ogni discussione sul riassetto urbanistico e sul rilancio della città. Ed è curioso che entrambi questi poli si trovino sull’asse Fanti-Cabassi-Dallai che potrà diventare il perno della città del futuro.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati