Campo Fossoli: quale impatto ambientale dal recupero? Studio affidato a un naturalista

Non bastano più gli studi paesaggistici affidati nel 2014 all'architetto Licia Borghi e allo studio associato degli architetti Andrea Ugolini e Tessa Matteini diretti a valutare l'impatto paesaggistico e ambientale di un progetto imponente come quello del recupero di 15 baracche e dei percorsi dell'ex Campo di Fossoli, per il quale il Ministero per i Beni artistici e culturali e il Turismo, Mibact, ha stanziato nel 2019 la somma di 3,5 milioni di euro (la procedura, com'è noto, fa capo al Segretariato regionale dello stesso Ministero). Una sentenza del 2017 del Consiglio di Stato ha ribadito infatti che tutti i piani e progetti che ricadono in aree ambientali protette debbono essere sottoposti a una Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) che altro non è che la Valutazione di impatto ambientale (Via) applicata però a interventi che possano incidere significativamente sulla biodiversità di un sito. E' il caso proprio del recupero dell'ex Campo, che si trova al confine con una Zona a protezione speciale come l'Oasi La Francesa, vincolata dalla Regione Emilia Romagna. Per di più dopo una pandemia che, diradando le presenze umane, potrebbe aver favorito il proliferare di fauna selvatica nel Campo. Tenuto conto di questo, dunque, il Servizio comunale dell'Ambiente, in accordo con le associazioni ambientaliste, ha suggerito all'Amministrazione di conferire un nuovo incarico per uno Studio di prescreening e una Valutazione di incidenza ambientale a un professionista specializzato dal punto di vista naturalistico e ambientale. Lo studio dovrebbe così evitare che i futuri lavori producano danneggiamenti alle specie protette eventualmente presenti nel Campo e abbiano ripercussioni sullo stato di conservazione della Francesa, che con esso confina sui due lati più lunghi.