Storia - Era un trattato sul simbolo magico dell'avvoltoio prestato al Principe

Il giallo del libro trafugato ad Alberto Pio

di Fabrizio Stermieri

C'è un piccolo giallo, un furto di un arcano manoscritto, nella vita segreta di Alberto Pio, il principe di Carpi che non finisce mai, a quasi cinque secoli dalla sua morte, avvenuta a Parigi l'8 gennaio 1531, di stupire quanti ne studiano la vita e i documenti. Un furto? Si, il furto di un manoscritto, un vero e proprio trattato su un antico simbolo magico egizio, l'avvoltoio, uccello che viene rappresentato come ideogramma nell'alfabeto degli antichi egiziani (la lettera A) e che il conte di Carpi aveva ricevuto in prestito. Alberto lo teneva nel suo studiolo, nel palazzo di Roma in Campo dei Fiori sua residenza durante i lunghi soggiorni romani, probabilmente per trarne una copia, ma il ladro arrivò prima di lui. Un giallo ancora oggi irrisolto perché del ladro non si scoprì mai l'identità anche se il manoscritto, in seguito, fu portato segretamente in Germania e qui dato alle stampe qualche anno appresso.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati