Il recente caso di Cop Assistenza che ha coinvolto anche famiglie di Carpi e Campogalliano

'Nel lavoro domestico gravi sacche di irregolarità', denuncia la Cgil

"Nella recente inchiesta sul caporalato e sfruttamento delle badanti in diversi comuni dell’Emilia Romagna (tra cui Modena) che ha portato all’arresto dei 3 titolari dell’agenzia Cop Assistenza, un ruolo importante lo ha svolto la Cgil di Modena. Diverse sono state infatti le segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro inoltrate dal sindacato Nidil Cgil sui casi di forti irregolarità nella gestione delle badanti presso le famiglie di Modena città, Campogalliano, Carpi, Formigine, San Prospero e sino a Serramazzoni". Lo sottolinea con una sua lunga nota in proposito la Cgil di Modena, il sindacato che segue le "nuove identità di lavoro", come quelle appunto del lavoro domestico (badanti, collaboratrici domestiche, ausiliarie).

“E’ dal 2021 che diverse collaboratrici domestiche, principalmente straniere, con scarsa conoscenza della lingua italiana, sono venute ai nostri uffici presentandoci tutte le stesse criticità” spiega Georgia Dini che per Nidil Cgil ha seguito la vertenza con l'Agenzia Cop Assistenza. "Nei fatti si trattava di lavoratrici senza un regolare contratto, ma con un rapporto di lavoro occasionale, a cui non erano state pagate le ultime mensilità. Il mancato pagamento le ha spinte a chiedere aiuto al sindacato, e hanno così scoperto una situazione ancora più grave: e cioè di non aver diritto a niente, contributi, disoccupazione, ferie, malattia". Un altro caso  di sfruttamento lavorativo e gravissime irregolarità è stato quello di una finta cooperativa sociale - Modenassistenza – con cui la Fp Cgil ha aperto nel 2010 una vertenza (durata quasi 10 anni) per la scorretta gestione di badanti, a cui venivano applicati finti contratti, formalmente di 20-25 ore a settimana, ma poi il lavoro era h24, e il resto delle ore era pagato in nero. “Abbiamo impiegato un anno e mezzo per avviare la vertenza, c’è stato anche uno sciopero nell’ottobre 2012 per rivendicare il pagamento delle mancate retribuzioni e il corretto inquadramento - spiega Giada Catanoso segretaria della Fp Cgil Modena - Le lavoratrici percepivano circa 450 euro in busta paga e tutto il resto in nero, per arrivare (se andava bene) a 1.000 euro, senza Tfr, assegni familiari, indennità di maternità”. Erano circa 150 le lavoratrici coinvolte, chiaramente sotto ricatto, anche in questo caso straniere, di varie nazionalità, con difficoltà di lingua e spesso senza permesso di soggiorno. Anche a seguito delle denunce della Fp Cgil, l’intervento della Guardia di Finanza ha accertato elusione contributiva e fiscale per oltre 2 milioni di euro. In 9 anni la Fp Cgil è riuscita a recuperare le differenze retributive e i mancati contributi per molte delle lavoratrici coinvolte".

Anche l’Osservatorio del sindacato di categoria Filcams Cgil, che segue le lavoratrici del settore, fotografa purtroppo una condizione di forti irregolarità. Per questo motivo il sindacato lancia la proposta di costituire un Albo delle agenzie “virtuose” i cui criteri di accesso dovranno essere definiti attraverso un confronto territoriale tra le parti sociali firmatarie del CCNL e le istituzioni, così da regolarizzare maggiormente il settore e garantire più tutele sia alle lavoratrici che alle famiglie.

(Foto di repertorio dal web)