La Fenice di Seba Mat vola sulla parete del Carpine in segno di rinascita

“Post fata resurgo”, ovvero “risorgerò dopo la morte”. Il motto latino, che allude alla leggenda della fenice, il mitico uccello sacro agli antichi egizi, da secoli vuole esprimere la fiducia nella propria capacità di risollevarsi dalle disavventure e di vincere le avversità cui il destino ci mette di fronte: proprio su questo tema è caduta la scelta dell’artista Seba Mat! nel realizzare sulla struttura della casa protetta Il Carpine di piazzale Donatori di Sangue il suo nuovo murales, un’opera donata al Comune come segno di speranza e rigenerazione dopo la pandemia. Oggi, finalmente, il completamento della suggestiva e potente immagine, che Seba Mat ha condiviso sul proprio profilo social. Una fenice fiammante, rosso purpureo in omaggio all’etimologia del suo nome che deriva dal greco phòinix, “purpureo”, ovvero di color porpora, poiché nelle tradizioni dei miti antichi spesso essa veniva rappresentata come un uccello infuocato.

“Un murale partecipato, nato in collaborazione con la consulta C di Carpi e che sarà accompagnato da un video-documento in uscita a giugno che racconterà come le associazioni di volontariato coinvolte hanno affrontato in prima linea, nelle loro varie attività di assistenza, il problema e il dramma del Covid-19, oltre al loro desiderio di ripartire e scrollarsi di dosso tutte le limitazioni esistenti, in modo da poter ricominciare a fare ciò che meglio sanno, assistere il prossimo – le parole dell’artista –. Un viaggio nelle esperienze umane dei volontari e del come il volontariato sia stato colonna fondamentale per sostenere le difficoltà di tanti cittadini in questo periodo storico. La Fenice è un uccello mitologico simbolo dei cicli di “morte e rinascita” naturali ed evolutivi: è per mezzo di questi cicli che la natura e l’uomo si evolvono e continuano la loro esistenza.