Le considerazioni di Silvana Passarelli, docente del Vallauri

Carpi, Moda al Futuro: un successo nonostante la pandemia

Malgrado la situazione complessa provocata dalla pandemia, è andato a buon fine il concorso Moda al Futuro 2021 (leggi qui). L’iniziativa, giunta alla sua tredicesima edizione, promossa come sempre da Lapam Confartigianato Carpi e rivolta alle classi Quinte dell’indirizzo Moda dell’istituto Vallauri, ha coinvolto 35 alunne che nei giorni scorsi hanno presentato le loro creazioni realizzate nell’ambito del percorso scolastico davanti a una giuria qualificata composta da esperti del settore.

Il primo posto è andato a Sofia Losi che ha creato un abito ispirato all’iconica arte di Picasso e alle sue maschere tribali, mentre al secondo posto si è classificata Noemi Masetti (che aveva già partecipato alla trasmissione televisiva di Rai 2 Detto Fatto, leggi qui) con un originale abito che prende spunto dal noto stilista giapponese Yamamoto e al terzo si è piazzata Emma Yang che ha realizzato un vestito ispirato al movimento Goth nato alla fine degli anni Settanta. Alle tre vincitrici verrà consegnato un premio in denaro messo a disposizione dalla Lapam di Carpi.

«Siamo contenti di essere riusciti a portare a termine anche questa edizione di Moda al Futuro, nonostante l’anno scolastico particolarmente complicato – commenta Silvana Passarelli, docente di Progettazione tessile per l’indirizzo Tecnico Abbigliamento e Moda, nonché coordinatrice del concorso e di altri importanti progetti come quello realizzato il collaborazione con Twinset e Lectra –. Fino all’ultimo pensavamo di non farcela e invece le ragazze sono state davvero brave e hanno realizzato dei capi belli e di livello molto alto, come ha riconosciuto anche la giuria che si è complimentata con le partecipanti per la qualità delle creazioni e per l’impegno dimostrato».

Giuria che era composta dall’imprenditore (e presidente di Lapam Moda) Roberto Guaitoli, dalla coordinatrice di ForModena Cristina Pirondi, dalla consulente ed esperta di moda Emanuela Contini, dalla docente del Vallauri Silvia Barletta e presieduta dalla stilista Elena Negrini. Tra i tanti abiti valutati, la giuria ha inoltre deciso di assegnare alcune menzioni speciali ad altri modelli di indubbio interesse. In particolare, sono state segnalate Carlotta Verrini, Sonia Yang e Rosa Yang con la menzione di “Tecniche sartoriali” per aver realizzato capi molto curati dal punto di vista della confezione e con una precisa attenzione a particolari di sartoria. E’ stata poi assegnata un’ulteriore menzione intitolata “Tra stili e culture” a Neeha Lal, Sokhna Niass e Uzoamaka Frances Igwe per aver reinterpretato al meglio abiti della tradizione africana e orientale in una fusione armonica di stili.

Insomma, un successo su tutti i fronti se si considera che durante l’anno scolastico le allieve non ha potuto fare i consueti stage in azienda per l’esecuzione dei loro abiti. Nella realizzazione pratica sono state quindi aiutate, anziché dai tutor aziendali, dalle insegnanti di modello e confezione all’interno dei laboratori della scuola. Si è trattato quindi di un progetto al 100 per cento made in Vallauri.

«Quest’anno, al contrario di quello precedente, non siamo riusciti a piazzare le ragazze in stage perché, a causa della pandemia, le aziende non potevano accogliere persone dall’esterno – spiega l’insegnante –. Quindi, come succedeva una volta, hanno fatto tutto a scuola, aiutate dalle docenti. E’ stata una bella avventura: sul più bello, a fine inverno, con i negozi chiusi in zona rossa hanno avuto difficoltà a reperire tessuti e materiali per le loro creazioni. Ma alla fine ce l’hanno fatta e, il 31 maggio, tutte (incluse le ragazze con il sostegno) hanno presentato i loro elaborati che valgono anche per l’esame di Stato di Quinta. Sono molto soddisfatta perché, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, hanno lavorato bene, facendo tanta ricerca, non si sono risparmiate e nei progetti sono riuscite  a esprimere la loro personalità e i loro interessi. Per il prossimo anno scolastico speriamo di poter tornare alla normalità – conclude Passarelli – e riprendere i tirocini nelle aziende di moda del territorio».