Lettera aperta sulle nascite

Di Paolo Accorsi: direttore dell'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Ramazzini di Carpi

Gentile Direttore, tra qualche settimana andrò in pensione, per raggiunti limiti di età, credo si dica così, e per scelta. Se non per i miei familiari, questa non è una notizia, ne convengo. Desidero però aggiungere che tutto ciò non avviene, sarebbe da parte mia ipocrita affermare il contrario, in un clima di piena serenità, ma non è nemmeno per questo che le chiedo ospitalità. Chi ha delle responsabilità – io ho diretto il punto nascita di Carpi per oltre 10 anni – sa che ciò significa farsi carico degli oneri, ancor prima degli eventuali onori. Il motivo per cui mi rivolgo a lei è per me molto più importante, perché riguarda direttamente l’intera comunità dell’area nord della provincia di Modena ed in particolare il punto nascita di Carpi dove nel 2019 sono nati oltre 1.060 bambini. Vorrei in particolare condividere con i suoi lettori alcuni dati oggettivi per evitare che la valutazione, pur rispettabilissima, espressa tramite i social da alcune persone restituisca un’immagine distorta di un intero reparto del quale fanno parte colleghi di grande qualità professionale e umana. Necessariamente, per evitare che ad opinioni si aggiungano opinioni senza che siano supportate dai fatti, desidero attenermi a numeri e ad indici di qualità utilizzati in sanità per misurare l’affidabilità e la confrontabilità di un reparto. Appare ovvio, ma è utile ricordarlo: presupposto imprescindibile da cui partire per valutare l’operato di un’organizzazione sanitaria è la tutela della salute. In ostetricia salute, sia delle mamme sia dei neonati, significa prima di tutto fare ricorso al cesareo sempre e solo quando è utile per il benessere delle due persone assistite e non per l’idea fissa di qualche rigido e ottuso professionista: il cesareo, rispetto al parto naturale, è gravato da una incidenza nettamente superiore di danni materni (dalla mortalità alle emorragie, alle infezioni, alle lesioni ad organi interni...) e, quasi incredibile, anche di danni fetali.

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