Il nuovo ospedale? Di nuovo sparito. E l'assessore regionale Donini lo fa dipendere dai soldi del Mes
L'assessore regionale alla Sanità, in una intervista dell'1 luglio a Trc, ora ne fa dipendere le sorti nientemeno che dal Mes, il prestito europeo vincolato all'impiego per spese sanitarie che sta dividendo il governo. Ma somiglia sempre più a un fenomeno carsico, la vicenda del nuovo ospedale: nel senso che ogni tanto spunta, per poi scomparire e riapparire più a valle, inabissandosi di nuovo e scomparire così alla vista. Le apparizioni di quest'anno sono coincise prima con le elezioni regionali di gennaio, quando spuntò la cifra di 90 milioni destinati all'impresa, ripartiti tra Stato e Regione, con successiva conferma dei 60 milioni dello Stato pubblicati a febbraio sulla Gazzetta Ufficiale. Sull'onda dell'entusiasmo per la certezza dello stanziamento, l'Ausl provvide subito, a febbraio, a produrre uno studio sull'organizzazione ottimale della struttura, delineando un fabbisogno di superficie coperta pari a poco meno di 45 mila metri quadrati, distribuiti su tre, massimo 4 piani, con un numero di posti letto calcolato in 280 e il 30 per cento delle stanze adibite a ospitarne uno solo. Si parlava di un blocco operatorio con più di dieci stanze, di potenziamento dell'area day surgery e del servizio di Radiologia. Si prefigurava di implementare le produzioni della farmacia interna andando oltre la preparazione delle terapie oncologiche e di arricchire il servizio materno infantile di aree di assistenza alla patologia neonatale, pediatrica e ostetrico-ginecologica. E si parlava di un'attenzione particolare da riservare alla collocazione logistica del Pronto soccorso (il rendering è ovviamente di repertorio).