Il dermatologo Giulio Gualdi a ''Profeti in patria'': la quantità di esposizione al sole determinante per l'invecchiamento e la salute della pelle

"E' un brutto lavoro diventar vecchi, ma è meglio che morir giovani”. Il detto riferito al nonno e riportato in puro dialetto carpigiano dal carpigianissimo Giulio Gualdi, dirigente medico della Divisione di Dermatologia degli Spedali civili di Brescia e professore associato di Dermatologia presso l'Università “Gabriele d'Annunzio” di Chieti, è suonato come l'epigrafe della conversazione da lui tenuta sabato scorso per "Profeti in patria” sul tema "Medicina e scienza dell'invecchiamento”. Da dermatologo di chiara fama qual è ha incentrato il tema della vecchiaia proprio sulla pelle «...sempre sottovalutata – ha precisato – anche se costituisce un tramite fondamentale con l'ambiente, è veicolo di comunicazione e rappresenta il 15 per cento del nostro peso corporeo per una superficie media di due metri quadrati». L'importanza della pelle, dunque: collegata con mille sensori al cervello al quale trasmette sensazioni, attrazione, dolore, sentimenti. Importante, sotto questo profilo, soprattutto quella del viso, la pelle è soggetta secondo uno studio pubblicato su Nature a due tipi di invecchiamento: il cronoinvecchiamento, legato a fattori biologici che evolvono con l'età, e il fotoinvecchiamento che dipende soprattutto dall'esposizione al sole. segue

Su quest'ultimo aspetto si è molto dilungato il dottor Gualdi, definendola "sostanzialmente negativa”, anche se, ha concesso, occorrerebbe fare con il sole come con il vino: poco aiuta, tanto non fa bene. E' il sole all'origine delle mutazioni genetiche della pelle che generano tumori – melanomi e carcinomi – se è vero che un terzo di tutti i tumori riscontrati partono proprio dalla pelle. Invecchiare bene, dunque significa anche dosare l'esposizione al sole – checché ne dicano gli ortopedici che invece la consigliano – ed evitare le scottature che vengono soprattutto da un esposizione intermittente e non cronica. L'invecchiamento della pelle, con le caratteristiche macchie, è anch'esso un effetto dei raggi solari. E' lo stesso diventare anziani, del resto, che aumenta la possibilità di malattie, per cui valgono sempre le costanti rilevate per gli ultracentenari: mangiare, poco, mangiare soprattutto poca carne, camminare tanto, non assumere farmaci e bere latte di capra. Una dieta mediterranea, a base di pesce, verdura, frutta e una esposizione misurata al sole sono dunque gli ingredienti giusti per invecchiare bene. Da qui è partita una serie di domande dal pubblico che hanno toccato vari temi, dagli orari in cui è più consigliabile esporsi al sole alla funzione degli integratori alimentari ("Inutili, se si sa mangiar bene”), ai prodotti chimici che si assumono per la pelle per i quali vale sempre la regola che l'errore è nell'eccesso. Anche il lavarsi troppo e con saponi aggressivi disarma la pelle (“Meglio poco e con prodtti oleosi tipo il sapone marsiglia”). E si è parlato della psoriasi come effetto dello stress, dell'efficacia emolliente delle creme, anche per i maschi, della assoluta necessità della mappatura dei nei, dei tatuaggi nei quali si può leggere di tutto, meno i problemi della pelle.