Dispositivo impiantato dall’équipe di Massimo Beghi, del Ramazzini

Chirurgia d’avanguardia

Intervento “in trasferta” per Massimo Beghi, chirurgo della Chirurgia generale del Ramazzini di Carpi. Il medico ha effettuato, primo in Regione, all’Ospedale di Baggiovara un intervento di impianto di un innovativo dispositivo per l’infusione di farmaci su una paziente in cura presso il servizio di Terapia Antalgica diretto da Cristina Mastronicola. “Si tratta – assicura l’Ausl - del primo impianto di questo dispositivo in Regione ed è stata l’équipe del Centro Hub regionale di Terapia antalgica dell’Azienda Usl di Modena diretto da Cristina Mastronicola, in collaborazione con Massimo Beghi dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale dell’Ospedale Ramazzini di Carpi ad effettuarlo”. È stato effettuato l’inserimento di un nuovo dispositivo di infusione farmacologica su di una paziente di 51 anni affetta da una grave sindrome della muscolatura degli arti inferiori, caratterizzata da dolore invalidante. L’intervento chirurgico condotto da Massimo Beghi ha consentito di inserire, a livello del midollo spinale, un sottile catetere in silicone collegato ad un dispositivo di infusione che rilascia dosi precise di farmaco, a dosaggi mirati sensibilmente inferiori rispetto ai quelli che sarebbero necessari se assunti per altre vie, riducendo al contempo la comparsa di possibili effetti avversi. “Da una parte – illustra Cristina Mastronicola – grazie a una batteria garantita per 10 anni di utilizzo e a un programmatore esterno è possibile definire e modificare il flusso giornaliero di somministrazione del farmaco; dall’altra, a differenza di analoghi dispositivi, la pompa può continuare l’erogazione del farmaco in modalità meccanica, somministrando cioè, ad un flusso fisso, il dosaggio giornaliero necessario, anche a batteria esaurita: questo significa eliminare la necessità di sostituire i presidi evitando così al paziente disagi e rischi connessi a ulteriori interventi chirurgici. Un’altra peculiarità di questa operazione è stata la scelta della sede di impianto della pompa, solitamente inserita in regione addominale; il dispositivo d’infusione è stato infatti collocato sul gluteo per contrastare eventuali complicanze legate all’ipotonia muscolare addominale causata dalla patologia di cui è affetta la paziente. Di fronte alla buona riuscita di questa operazione – conclude Mastronicola – è doveroso un ringraziamento all’intera équipe che ha collaborato all’intervento e alle Direzioni dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria per aver consentito che tale collaborazione potesse concretamente realizzarsi. Un ottimo esempio di lavoro di squadra, una sinergia a servizio della salute dei cittadini modenesi che auspichiamo possa ripetersi anche a beneficio di altri pazienti”.

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