Fino al 29 settembre al MamBo i cimeli del mitico concerto del 2 aprile 1979

Una mostra ricorda l'epopea di Bologna Rock

È il 2 aprile 1979 quando oltre 6 mila persone, sfiorando il limite di capienza, affollano il Palazzetto dello Sport di Bologna (il Pala Dozza) richiamati da un evento che riuniva diversi generi musicali (punk, new wave e rock demenziale) sotto il nome di “Bologna rock”. Il concerto schierava il meglio della scena bolognese di quegli anni come gli Skiantos capitanati da Roberto “Freak” Antoni, i Gaznevada, ma anche Wind Open, Luti Chroma, Bieki, Naphta, Confusional Quartet, Rusk und Brusk, Frigos e Chaters. Dietro la cabina di regia, Oderso Rubini, produttore e fondatore della casa discografica indipendente Harpo’s Bazar. Ed è proprio lo stesso Rubini, insieme ad Anna Persiani, a curare la mostra “Bologna Rock - Pensatevi liberi” che, a quarant’anni dall’evento, rievoca l’atmosfera di un’epoca, quella a cavallo fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta in cui Bologna divenne cuore pulsante della scena culturale (e sociale) italiana. Nella musica, in primis, ma non solo: il mondo dei fumetti conosce l’estro e la matita di Andrea Pazienza, le arti performative vivono la loro epoca d’oro grazie alle Settimane Internazionali della Performance curate, fra gli altri, da Francesca Alinovi, giovane critica d’arte poi balzata agli onori della cronaca nera dopo la sua uccisione avvenuta nel 1983.

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