Tutto deciso per Aimag ma intanto si farà una Commissione...
Carpi – L’incontro è avvenuto giovedì 17 marzo, nella sede del Circolo Carpi Sud del Pd di via Pascoli. Ma nonostante vi si fosse stipata una sessantina di invitati – in pratica, tutti i consiglieri che compongono i gruppi della maggioranza che governa l’Unione delle Terre d’Argine – quasi nulla si è saputo di quella che, secondo le poche indiscrezioni filtrate, sarebbe stata solo la dimostrazione palpabile che alternative alla fusione di Aimag con Hera in realtà non esistono. E questo perché il Pd, con alla testa i Sindaci dei quattro comuni, è proprio lì che vuole andare, mettendo sul piatto della bilancia non solo il proprio peso, ma anche il futuro delle relazioni con le altre forze politiche – Sel, Verdi e lista civica Carpi 2.0 – sue alleate nel sostegno alle attuali Giunte.
Il motivo per il quale il Pd delle Terre d’Argine appaia così fermamente intenzionato e metterla sul piano dei rapporti nella maggioranza, a costo di passare sopra le perplessità manifestate dagli alleati e anche da componenti interne, lo avrebbe spiegato il sindaco Alberto Bellelli. Introducendo l’incontro con una relazione di quasi un’ora, ha snocciolato una serie di dati mai emersi finora nel dibattito pubblico sulla vicenda che dimostrerebbero la necessità incontrovertibile della fusione.
Nessuno aveva potuto disporre in anticipo di quei numeri, per cui le indiscrezioni ne riferiscono solo il significato percepito. Questo: se Aimag non entra in Hera andrà incontro a fosche prospettive finanziarie; non ce la farà mai ad affrontare da sola l’intero piano di sostituzione della rete acquedottistica in tubi di amianto; Hera ha grandi potenzialità di indebitamento; Aimag è invece troppo piccola per sopravvivere in uno scenario che sarà sempre più dominato dai colossi dell’energia; e poi Hera è quotata in borsa. Dunque, sarebbe stato il senso generale del discorso di Bellelli, meglio mettersi al riparo di un grande gruppo che procedere velleitariamente da soli o tutt’al più, con un’alleata come la mantovana Tea, entità a sua volta microscopica e la cui manifestazione d’interesse sarebbe da considerare nebulosa e irricevibile.
Se questo è stato il senso delle affermazioni del Sindaco di Carpi, corroborate dagli interventi dei colleghi dell’Unione, viene da supporre anche quale possa essere la fonte dei dati in suo possesso. Quel che più conta, però, è stata la netta dissociazione di Sel, resa esplicita dal portavoce provinciale Gianni Ballista, dalla linea della fusione. Perplessità allignano fra alcuni consiglieri Pd di Novi e ne ha manifestate anche Romeo Venturi, della componente socialista di Carpi 2.0, quella che che esprime l’assessore Milena Saina.
Del ruolo di mediatore si è fatto carico Luigi Anceschi, anche lui di Sel: ha proposto che un gruppo ristretto composto dai Sindaci e dai segretari dei partiti della maggioranza discuta e si esprima definitivamente sull’argomento. Ma è troppo scaltro ed esperto di politica, Anceschi, per non sapere che quando non si sa che pesci pigliare, la politica approda sempre alla formazione di una commissione. Specie quando le decisioni sono già state prese.
Nella foto, Alberto Bellelli e Luigi Anceschi